venerdì 30 dicembre 2011

Qualche volta...


si vedono le montagne da Milano !

giovedì 29 dicembre 2011

Fa freddo...



... ma non rinuncio a andare in bici. Tra il blocco dei diesel euro 3, che mi ha costretto a usare la fida Fargo per andare in ufficio, riducendo così il desiderio di inforcare la bici la domenica, e il freddo, è dalla gita del Ghisallo che non carico la bici in macchina. In questi giorni di vacanza mi limito a brevi uscite dopo pranzo quando il sole ancora scalda, nei dintorni di casa, assaporando il piacere di pedalare adagio sulle stradine di campagna, fermandomi quando mi pare a fare fotografie. Che faccia freddo lo si vede dalle papere di Mirazzano che camminano sul ghiaccio del fossato: al sole si sta bene ma all'ombra si trovano ancora al pomeriggio tracce di brina. La luce radente del sole basso, calante, rende nuovo il paesaggio di queste stradine percorse mille volte. Un ciclismo vagamente Zen, dove ciò che conta non è faticare fino allo sfinimento, ma immergersi nell'ambiente circostante, percependo nel silenzio della campagna o delle strade solitarie le singole asperità su cui transitano le ruote della nostra bicicletta, il calore del sole, il sommesso fruscio degli ingranaggi.

lunedì 28 novembre 2011

Ghisallo!


Libero per una domenica dall'obbligo del ritorno a casa per pranzo, decido per un giro in bdc nella zona dei laghi della Brianza. Partito tardi per lasciare il tempo al sole di alzare un po' la temperatura, arrivo in auto alla mia base di partenza, Bosisio Parini, verso le undici. Mi dirigo verso la Como - Lecco, giro a sinistra e dopo un po' prendo a destra per il lago del Segrino: inizia la salita. Fatico un po' ma in breve sono sulle rive del laghetto; ne percorro la riva Est: all'ombra fa abbastanza freddo. Che fare ? Già che ci sono, potrei andare fino a Asso. Passo Canzo e mi infilo nell'abitato di Asso, che si rivela essere un tranquillo paesino con stradine in pavè, meridiane sui muri e insegne di noleggi di carrozze. Faccio un po' di foto e mi pongo un nuovo obiettivo: arrivare al bivio per la Colma. Ma quando ci arrivo l'occasione è ghiotta: il Ghisallo non può essere lontano ma per quanto questo sia il lato facile non so proprio come mi comporterò in salita con la bdc. Sono le dodici e mezza, all'una vedrò dove sono e deciderò se proseguire o tornare indietro. Parto in direzione Magreglio, la salita è morbida, salgo molto velocemente rispetto a quanto farei in mtb, passo la chiesa di Sant'Alessandro e arrivo a Barni: qui mi aspetta il drittone di Barni, un lungo rettilineo in salita dove la pendenza aumenta. Innesto il rapporto più corto e faticosamente arrivo a Magreglio, la strada spiana e finalmente arrivo alla chiesetta del Ghisallo. Vista magnifica sulle Grigne e sul ramo di Lecco: un po' di foto, un po' di ananas secco e giù per la discesa. A velocità di discesa fa un po' freddo per cui modero la velocità, ma ciò nonostante mi accorgerò poi dal GPS di avere toccato i 52 km/h. In un battibaleno sono a Asso, ripasso Canzo, piombo su Erba e arrivo sulle rive incantevoli del lago di Pusiano. Piccola sosta in riva al lago seduto sulla panchina a prendere il sole e a guardare l'altra riva sfumata dall'aria umida. Ancora dieci minuti di pedalata e sono a Bosisio dove mi attende l'auto.

lunedì 21 novembre 2011

Montevecchia




Dopo tanti giorni di immersione nella nebbia, la collina di Montevecchia è un ottima meta per una tranquilla gita domenicale. Inoltre so che c'è la probabilità di incontrare un gruppo di singlespeeders brianzoli di mia conoscenza: ho letto sul Forum delle 29" che hanno intenzione di fare un bel giro in SS con partenza da Sovico e meta il locale il Ritrovo nella piazzetta di Montevecchia: prevedono di arrivare lì verso le undici. Impossibile aggregarmi a loro: come ho visto nella gara dello scorso settembre sono troppo forti e il percorso si prospetta ricco di saliscendi e anche di vere e proprio salite: loro consigliano per i meno allenati il 32-22 ma a me su certe salite occorrerebbe il 22-32 ! Così per fare qualcosa di nuovo decido di tentare la temibile salita del Cancello con la Fargo; è una corta ma ripida salita che mi ha visto spesso arrivare in cima boccheggiante; l'ho percorsa con full e front da 26" e da 29", ma mai con una bici con ruote strette da 28", portapacchi, borse varie e dropbar: mi dico che alla peggio la farò a piedi. Per risparmiare le forze, arrivo a velocità di lumaca al famoso "cancello" e inizio la salita con il rapporto più corto a mia disposizione: 28-36. Me la prendo comoda, mi fermo un paio di volte e in venti minuti sono in cima, fresco come una rosa. La bici sale benissimo, forse le ruote strette su questo terreno fanno meno resistenza, con la Dos Niner avevo impiegato la volta precedente sedici minuti ed ero arrivato in cima con il fiatone.
Breve sosta sotto gli occhi perplessi dei bikers che osservano questo strano animale con le borse e il partapacchi e mi avvio sulla Panoramica che in breve mi conduce alla piazzetta di Montevecchia dove all'interno del Ritrovo trovo gli amici singlespeeders, impegnati a bere giganteschi boccali di birra.

sabato 19 novembre 2011

Freddo alle mani


Siete soliti fare giri invernali nel parco del Ticino, con la nebbia, la brina e il ghiaccio qua e là sul percorso e temete di avere freddo alle mani ? Potreste provare queste muffole da manubrio, collaudate in Alaska a -40 °C da Seba e Ausilia !

venerdì 18 novembre 2011

Bici da viaggio


Avete in mente un viaggio in bici sulla neve con temperature molto rigide ? Probabilmente vi servirà una bici come questa !

martedì 15 novembre 2011

Divieti


Sarebbe possibile andare in totale fuoristrada da Lodi a Rivolta d'Adda seguendo la sponda ovest fino a Bisnate per poi proseguire sulla sponda est dell'Adda, se non fosse per questo cartello di una azienda agrituristica- venatoria, che obbliga il ciclopedomotoautofantino (hanno previsto tutto anche i natanti !) a aggirare la medesima percorrendo l'alzaia verso la centrale di Montanaso e poi la ciclabile verso Galgagnano. In ogni caso attenzione alle lumache !

lunedì 14 novembre 2011

Bridge to Bridge: Bisnate - Lodi

Un altro bridge to bridge: questa volta ho percorso le due rive dell'Adda comprese tra il ponte di Bisnate e quello di Lodi. Un percorso in gran parte su sterrata: parcheggiata l'auto nel tranquillo borgo di Galgagnano, mi dirigo verso l'Adda e piego verso nord in direzione Bisnate, è la parte del percorso più tecnica che, data la grande umidità, affronto con prudenza con la mia Fargo dalle ruote strette, munita di portapacchi, borse posteriori e borsetta da manubrio. Un po' preoccupato per gli spari delle doppiette (incrocio anche un paio di cacciatori) raggiungo lemme lemme il ponte di Bisnate: fin qui il percorso è ben noto, fa parte del classico anello Muzza-Adda. Sull'altro lato del fiume imbocco la larga sterrata che porta a Boffalora d'Adda, incrocio anche qui i cacciatori e anche gruppone di bikers a manetta su MTB e ciclocross: si intravedono anche interessanti sentierini da esplorare in un altra occasione. Da Boffalora a Lodi faccio la provinciale, a Lodi attraverso il fiume e mi dirigo verso il bosco Belgiardino. Attraversato il bosco su sterrata, sbuco su un largo canale, forse la Muzza, in lontananza si intravedono le strutture della centrale elettrica di Montanaso . Ne seguo l'alzaia sterrata poi piego a destra in direzione di alcune case. In breve raggiungo una ciclabile: 2 km a Galgagnano, recita un cartello, in pochi minuti arrivo all'auto. Un bel giro in una soleggiata mattinata autunnale per un totale di 34 km: la Fargo non cessa di stupirmi e le borse sono comodissime: abbasso lo zaino.

sabato 12 novembre 2011

Autumn leaves

Dopo tanti giorni di brutto tempo, é piacevole girare senza scopo e senza meta per un paio d'ore per le vie e per le aree verdi del proprio paese. In realtà uno scopo c'era: provare la borsetta da manubrio sulla Fargo e fare un po' di foto autunnali. In più nel mio girovagare sono stato fortunato: ho incontrato un paio di amiche che non vedevo da tanto tempo.

martedì 8 novembre 2011

Bridge to bridge: Rivolta-Spino d'Adda


Domenica mattina esco di casa per comprare il giornale e mi sembra che il maltempo ci conceda una tregua, non piove, le nubi sembrano più alte. Tornato a casa, in fretta e furia, riempio le borse, carico la Fargo in macchina e mi dirigo a Rivolta d'Adda; avevo letto che una settimana prima svariati sindaci e assessori avevano inaugurato una ciclovia da Rivolta a Boffalora. Un fan dei fiumi come me non poteva non provarla al più presto. Parcheggiata l'auto nei pressi di un parco "Preistorico", percorro uno stretto viottolino e raggiungo il fiume: qui inizia la larga sterrata che conduce a Spino e poi a Boffalora. Il fiume alla mia destra è veramente minaccioso, sull'altra riva si vedono alberi semi immersi nell'acqua. Dinosauri occhieggiano alla mia sinistra. Proseguo un po' preoccupato, a un certo punto il livello del fiume è lo stesso della sterrata, vado avanti lo stesso ma dopo un po' il percorso devia a sinistra e si allontana dal fiume e forse dal pericolo per dirigersi verso il canale Vacchelli, che raggiungo in breve. Sosta fotografica, entro nell'abitato di Spino, esco dalla provincia di Cremona e entro in quella di Milano, attraversando l'Adda sul ponte di Besate. Un breve tratto di Paullese e poi prendo la strada che attraverso le campagne di Comazzo e Corneliano Bertario, mi conducono su ciclabile a Trucazzano: molto piacevole di solito ma questa volta il forte vento contrario mi ha messo a dura prova. A Trucazzano svolto a destra, prendo il lungo rettilineo sulla Rivoltana, attraverso di nuovo l'Adda e arrivo stremato al parcheggio. Bel giro nonostante tutto e non ho preso una sola goccia di pioggia.

lunedì 31 ottobre 2011

Friends


Finalmente un'uscita in compagnia dei vecchi amici, complice il fatto che il percorso della gita Milano-Como per sentieri passa vicino a casa di mia zia. Piazzato il padre presso la suddetta zia, ho seguito la traccia della Mi-Co al contrario e dopo una decina di chilometri, percorsi con il timore che dato il groviglio di sentieri non ci incrociassimo, finalmente nei pressi della cascina Varenna vedo spuntare una sagoma familiare: è Turbo. Nel giro di un minuto arrivano anche gli altri: Vitto, il Pres, il Gatto, il Freak, Cipolla, Fabio. Vengo immortalato nella classica del posa del geko che appare tra gli alberi e girata la bici, ripercorro in compagnia il tratto appena percorso: benché i ragazzi abbiano sulle spalle già almeno quaranta chilometri e il Gatto addirittura novanta essendo andato in bici all'appuntamento a viale Certosa, l'andatura è svelta, faccio fatica a stargli dietro, fortunatamente il Cipolla è un po' cotto e ogni tanto ci fermiamo ad aspettarlo. Così cotto che nei pressi del Grillo dove noi ci infiliamo in un cortile per raggiungere il bar dove faremo uno spuntino, è ormai mezzogiorno, tira dritto. Vane le ricerche, non risponde alle nostre chiamate e dopo una mezz'oretta ci telefona lui: è già oltre Montorfano e già che c'è prosegue verso Como e il kebabbaro. Dopo un'ora tonda di sosta e essendoci rimpinzati con gigantesche focacce, ripartiamo in direzione Como. Un po' di salita nei boschi e poi una ripida discesa su Albate: non sono più abituato a queste tipo di discese e cado come un salame da fermo, pensare che qualche anno fa l'avevo percorsa durante una notturna organizzata dal Gatto. A Albate la compagnia si scioglie: io e il Gatto torniamo verso Montorfano, gli altri proseguono alla volta di Como, dove prenderanno il treno che li riporterà a Milano. Dopo una ulteriore mezz'ora di fatica tra mille saliscendi seguendo il Gatto che spinge un rapporto durissimo sulla sua single speed, finalmente mi abbatto sudatissimo e felice sul divano della zia.

lunedì 24 ottobre 2011

Efficienza


Prosegue l'esperimento della bici da corsa: percorrendo le stradine dei dintorni a velocità inusitate mi sono reso conto di quanto inefficienti siano le gomme grosse e tassellate su asfalto.

lunedì 10 ottobre 2011

BdC

Era una decina d'anni che non guidavo una bici da corsa: la mia Stelbel in acciaio che già allora era piuttosto vecchia, aveva ancora il cambio a levette sul tubo inclinato. Ieri ho potuto provare una bici da corsa contemporanea con cambio Campagnolo a 11 velocità, telaio in acciaio di un noto telaista veneto (ho sentito con le mie orecchie gli appassionati rivolgersi a lui con l'appellativo di "Maestro"). Girando ieri intorno a Montevecchia, dopo tanti anni di MTB, sono rimasto più di tutto sorpreso dalla facilità con cui si raggiungono e si mantengono velocità inusitate, anche su tratti in lieve salita. Nei pochi tratti di salita vera, dalle parti di Sirtori, ho mantenuto un andatura prudente, senza faticare più di tanto, un po' preoccupato dalla lunghezza del rapporto e infatti sono stato superato al doppio della velocità da altri stradisti. Prudenza anche nell'affrontare le discese, senza freni a disco, e le sconnessioni dell'asfalto, con quelle rotelline e senza forcella ammortizzata. Ad esempio non mi ero mai accorto passandoci in MTB che la strada dopo Perego fosse così sconnessa. Altre sensazioni: i tempi di percorrenza si accorciano, si è molto più parte del traffico dato che la differenza tra la velocità della bici e quella delle auto è minore. Ancora, i tratti su strada che in MTB di solito sono noiosi trasferimenti, in cui si procede magari pensando ai fatti propri e alla prossima sterrata o al ristorante che ci attende alla fine della gita, muovendoci quasi come pedoni sul ciglio della strada, in BdC, sono l'essenza di ciò che si sta facendo, si deve stare molto più concentrati, si va più forte e bisogna fare attenzione a dove si mettono le ruote.
Saranno probabilmente solo le impressioni di uno non abituato ma mi sembra che andare in BdC sia tutta un'altra faccenda !

giovedì 6 ottobre 2011

Gravel


Mi presento con la Fargo nel bagagliaio in viale Certosa all'appuntamento con il Pres, per un giro stradale, annunciato per BDC o touring. Dopo un po' compaiono i ragazzi, ma il giro è di quelli con pranzo fuori, il tour del Lago d'Orta e io mi ero già organizzato per pranzare a casa. Un po' triste li vedo andare via, salgo in auto e imbocco la Milano-Venezia. Che fare ? Un po' più avanti c'è Trezzo, parcheggio al Santuario di Concesa e parto in direzione Lecco. Una ciclabile veloce e pianeggiante lungo l'Adda: un po' di asfalto malmesso, ma soprattutto strada bianca con ghiaietta. si incontrano lungo il percorso tre centrali idroelettriche "old style", il naviglio di Leonardo (qui c'è un po' di salita, l'Adda ha scavato una specie di canyon ) e a Imbersargo si vede il traghetto attraversare il fiume. Qui piccola sosta e dietrofront ! Torno velocemente sui miei passi, favorito dalla lievissima discesa, ingaggio inseguimenti con vari biker (la vista della bici con le borse è come il drappo rosso sventolato davanti al toro, ci tengono, una volta che mi hanno superato, a distaccarmi il più in fretta possibile con ampie pedalate), in un tratto faccio lo slalom tra centinaia di pescatori e in breve sono di nuovo al santuario.

giovedì 29 settembre 2011

Campionato risorgimentale di cicloriparazione


Si è svolto sabato, nel piazzale antistante la Stazione delle Biciclette di San Donato, l'annuale campionato di cicloriparazione, quest'anno denominato "risorgimentale".
Le mie foto le trovate qui.

lunedì 26 settembre 2011

SSSB


Ieri Single Speed Sovico Brianza. In sintesi: percorso troppo duro per un vecchio cicloturista della domenica come me, ottima l'organizzazione, grande l'ingegnosità dei tracciatori nel realizzare un percorso così vario in un'area così ristretta, in più l'occasione per rivedere compagni di pedalata che non vedevo da un po'.

domenica 18 settembre 2011

Casa dell'acqua (Paullo)

La Fargo ha partecipato oggi a un raduno di bici cicloturistiche ! Erano parecchie ed erano impegnate in una Lodi-Cassano-Milano, organizzata dalla Fiab.

lunedì 12 settembre 2011

Zelata- Torre d'Isola

Uscita in single speed nel parco del Ticino con partenza dal tranquillo borgo di Zelata: ieri era meglio evitare la Brianza, visto che c'era il GP a Monza. Con il 32/22 so già che più di tanto non potrò andare (da queste parti si va tranquillamente con il 32/16), ma non ho velleità agonistiche, voglio semplicemente ripercorrere gli sterrati che portano a Torre d'Isola, seguendo la traccia GPS registrata quest'inverno in compagnia del Pres e dei suoi pards.
In breve raggiungo il ponte di barche di Bereguardo, il fiume era molto basso metà delle barche era in secca, foto di rito, merendina e sono pronto a proseguire verso Torre d'Isola. Il primo tratto tortuoso mi porta al ponticello metallico dove mi rendo conto che il manubrio Salsa è veramente largo, più del ponticello, tocco con entrambe le manopole sulle ringhiere. Dall'altra parte del ponticello c'è un biker che mi chiede lumi sul percorso, dice che in una precedente uscita si era perso tra i campi senza raggiungere la meta, Torre d'Isola. Lo stupisco con il Garmin e la traccia del percorso, le ruote da 29" e "dulcis in fundo" la bici senza cambio. "Ma come fai in montagna ?" chiede. "Uso una bici con il cambio!" rispondo. Lo avverto che a causa del rapporto corto andrò abbastanza piano ma lui si accoda lo stesso. Un altro biker ci supera e gli stiamo dietro, a un certo punto mi accorgo che non siamo più sulla traccia; torniamo indietro per qualche decina di metri e imbocchiamo il sentiero giusto che ci porta a un piccolo guado. Io guado ma lui lo vedo perplesso di fronte a questa piccola difficoltà, decide di tornare indietro.
Proseguo in solitaria, rivedo il fiume, presso un area di sosta con tavoli e panchine (ma c'era quest'inverno?). Inizia una lieve salita, ieri asciutta e non pazzescamente fangosa come l'altra volta; dopo un ponticello di legno si trasforma nell'unica vera salita della giornata, percorsa in piedi sui pedali, che mi riporta dal livello del fiume a quello della campagna. Dopo un po' di rettilinei e curve a 90' gradi arrivo in vista di Torre d'Isola.
Il ritorno include tratti di asfalto tra silenziosi paesini e stradine sterrate tra i campi, percorse in modalità "criceto", cioè facendo girare vorticosamente i pedali per mantenere la spaventosa velocità di 20 km/h. Comunque dopo po' sbuco nei pressi del cimitero di Bereguardo e imbocco la ben nota stradina che mi riporta, sempre con gran mulinare di gambe, a Zelata.

lunedì 5 settembre 2011

Gaggiano

Percorrendo in auto il lungo rettilineo, parallelo al naviglio Grande tra Gaggiano e Abbiategrasso, mi è sempre caduto l'occhio sui numerosi ciclisti che percorrono l'alzaia, passando accanto a pittoresche cascine. Così ieri, visto il tempo incerto, ho caricato la Fargo in auto, ho raggiunto il grazioso paese di Gaggiano e mi sono fatto il rettilineo sull'alzaia. Che dire ? Percorso in bici sull'alzaia è altrettanto noioso che fatto in auto sulla strada, ma la noia dura decisamente di più e le cascine, viste da vicino, sembrano assai meno pittoresche. Più interessante la zona di Abbiategrasso dove il naviglio fa una curva verso Nord e dà luogo in direzione Sud alla diramazione del naviglio di Bereguardo. In questa direzione a pochi chilometri c'è l'abbazia di Morimondo e un po' più avanti Besate punto di partenza per tante uscite nel parco del Ticino. Causa pioggia, che poi è cessata quasi subito, giro la bici e ritorno alla base per la stessa strada. Sul lungo rettilineo, fatto a velocità sostenuta, mi sollazzo posizionando le mani sul woodchipper in tutti i modi: sopra, sotto, sui comandi, sulla curva, al centro e, annoiandomi assai meno, in breve arrivo a Gaggiano, dove mi fermo a fare un po' di fotografie.

lunedì 29 agosto 2011

Dandelion


Percorrendo la periferia sud di Milano si incontrano bizzarre opere come questa fontana a Buccinasco.

Esordiente


Due domenica fa mia cugina ha fatto il suo esordio in MTB percorrendo i sentieri di Montorfano, non del tutto banali per una principiante come lei. Da notare: la bicicletta, una classica Cannondale F1000 sl con forcella Fatty e la maglia della 24 ore di Cremona.

Udite, udite...

Pare che il tracciato sia piuttosto tortuoso, da guidare, qualche brevissima asperità, tre giri, un rettilineo in un prato.

lunedì 15 agosto 2011

Deserto urbano ?


A Ferragosto i telegiornali della sera mostrano immancabilmente immagini del centro apparentemente spopolato di Milano: uno dei soggetti preferiti è il ciclista solitario che percorre un'ampia via ad esempio Corso Venezia. Con una rapida incursione questa mattina ho verificato che il centro non era affatto deserto e che i ciclisti abbondavano, anche in corso Venezia ! Quanto al resto della città, indubbiamente regnava una bella tranquillità.

mercoledì 10 agosto 2011

Ogni tanto ...


... da Milano si vedono i monti.

Surfin' MI


lunedì 8 agosto 2011

Un giro canonico


Dopo un mese e mezzo di bici rigida con gomme strette, portapacchi e borse incominciavo a chiedermi quali sensazioni avrei provando tornando a guidare una full dalle grandi gomme con lo zaino in spalla. Per questo test ho scelto la zona di Canonica, immediatamente a nord del circuito di Monza, dove il Lambro scorre tra alcune basse collinette dando vita a un reticolo di sentieri e mulatteriere tra boschi, campi e pinete e un paio di vallette secondarie. Percorsi ricchi di (brevi) salite e discese, con curve, tornanti, mulattiere scavate dalla pioggia, guadi sassosi, insomma un bel repertorio di difficoltà (facili), l'ideale per riprendere in mano la MTB: il tutto impreziosito ieri dall'umidità che ha trasformato il terreno argilloso in un fondo rossastro e un po' scivoloso.
Bello ! Dopo qualche incertezza iniziale, ho ripreso in mano la bici e mi sono proprio divertito, l'uso della Fargo con la doppia e rapporti lunghi mi sembra mi abbia fatto allungare i rapporti anche sulla MTB, la bici si arrampicava come una capretta e scendeva come un camoscio nei pochi tratti "tecnici". L'unico inconveniente, la bici si è ricoperta di fango argilloso, il lavaggio é stato lungo.

sabato 30 luglio 2011

Può darsi che ...


... sia la sede di un misterioso culto ciclistico.

E' un negozio ...

o il loft di un appassionato di MTB ?

martedì 26 luglio 2011

Intervallo

Rocca Brivio (Melegnano)

lunedì 25 luglio 2011

Quadrilatero

Ieri un breve percorso tra San Giuliano e Melegnano. Un quadrilatero, due lati su strette stradine asfaltate, attraverso borghi sonnolenti come Bustighera e Lanzano, sprofondati tra i campi di granoturco; il lato meridionale su ciclabile, il rettilineo che unisce Mulazzano a Melegnano, buono per testare la propria velocità massima inseguendo gli stradisti; un lato sterrato, il sentiero dei Giganti che unisce Melegnano a San Giuliano, passando non lontano dal Lambro, un tratturo erborso che parte da Rocca Brivio, a tratti una piccola giungla in cui farsi largo con la vegetazione all'altezza del manubrio. Un giro, conosciuto a memoria, che in una giornata di tempo bellissimo e ventilato (ieri si vedevano le Alpi, il Monte Rosa, La Grigna , Il Resegone, ma anche gli Appennini, visione rarissima da queste parti), si trasforma magicamente in una passeggiata molto piacevole.

lunedì 18 luglio 2011

Turismo




Ieri, giro turistico tra la riva del Ticino e il centro di Vigevano. Si percorrono le stradine tra risaie passando per la Sforzesca e gli sterrati dei boschi nei pressi del Ticino, ci immerge nella natura del grande fiume con il suo porto delle barche ma si incontrano anche manufatti decisamente "artificiali" come la centrale elettrica "old style" di Vigevano, la piazza Ducale, il Castello e la galleria delle scuderie. Ottimo il comportamento della Fargo sugli sterrati del Ticino, già percorsi in svariate occasioni in MTB con gli amici Pro-M: la buffa bici con le borse lasciava un po' interdetti i mountain bikers che la incrociavano.

martedì 12 luglio 2011

Movimento lento


Da un volantino raccattato alla Stazione delle Biciclette ricavo l'indirizzo di un sito nel quale trovo il link a quello delle Ciclovie del Po - Movimento Lento. Un sito ricco di itinerari nelle province di Pavia, Lodi, Cremona e Mantova: per ogni itinerario sono fornite le tracce in svariati formati e il roadbook. Per la mia uscita domenicale ne scelgo uno vicino e facile, una trentina di chilometri per un'ora e mezza di pedalata: l'Anello Periurbano di Lodi: 39% di pavimentato, 46% di carrareccia, 15% di sentiero, terreno ideale per la Fargo.
Il percorso è in effetti vario: si percorrono alzaie (la Muzza onnipresente), singletracks nel bosco Belgiardino lungo la riva dell'Adda, si passa per la piazza principale di Lodi, e si costeggia la centrale elettrica di Montanaso, i tratti di asfalto sono quasi sempre su ciclabile protetta. Assolutamente necessario il roadbook o il GPS con la traccia, altrimenti ci si perde. Quando al tempo di percorrenza, meglio non fidarsi, io ho impiegato quasi un'ora in più, fermandomi non più di cinque minuti nella piazza di Lodi per fare la fotografia e perdendo un quarto d'ora in fermate varie per orientare il GPS in modo da vedere la traccia (quasi invisibile sul Colorado) e per tornare indietro sui miei passi quando sbagliavo strada. Altro che Movimento Lento, chi traccia i percorsi li percorre al mio passo da gara dei Circuito dei Parchi.

sabato 9 luglio 2011

Diagonalone

Non è certo il gran diagonalone Lisbona-Mosca, teatro delle epiche imprese del grande Pozzi, quello sul quale ho testato la Fargo come city-bike: più semplicemente ho attraversato Milano da Sud-Est a Nord-Ovest, da piazzale Corvetto a via Gallarate (nuova sede di Pro-m) passando per piazza del Duomo. Al ritorno piccola deviazione in zona Fiera da Ciclistica.
C'è poco da dire, questa bici mi piace sempre di più!

martedì 5 luglio 2011

Fargo: nuove impressioni

Le ho percorse di giorno e di notte, d'estate e d'inverno, con full, front, singlespeed e ciclocross, da solo e in compagnia: sono le stradine sterrate che da Montorfano si diramano verso sud nella brughiera orsenighese. Domenica è stata la volta di percorrerle con una rigida, per di più munita di portapacchi e borse. Finalmente ho potuto guidare la Fargo in salita e in discesa sia su asfalto che su sterrato, ho anche innestato il rapporto più corto 28/36 sulla salita che porta all'incrocio del Grillo. Fuoristrada: le borse non danno fastidio, se non per qualche rumore in più; in salita, pur con le gomme decisamente più strette, mi pareva di essere sulle mie solite MTB, nessun problema di trazione; in piano, su terreno smosso, ho proceduto con cautela a velocità più bassa del solito; in discesa con sassi e radici, tutto bene, anche qui più adagio che con la MTB. Su questo tipo di fuoristrada, poco impegnativo ma non semplice strada bianca in macadam, la forcella rigida non mi ha creato difficoltà, naturalmente procedevo con una certa circospezione; d'altronde in questo tipo di fuoristrada il terreno è accidentato ma gli ostacoli sono in un certo senso arrotondati, è difficile beccare le botte secche agli avambracci di un tombino affrontato a velocità sostenuta viaggiando su asfalto.
Dopo questa breve uscita su sterrate già percorse con ogni tipo di bicicletta comincio a capire quelli che dicono che se dovessero scegliere una bici come unica bici a propria disposizione sceglierebbero la Fargo, ci si può effettivamente fare di tutto (anche una gara di Superenduro, come ha dimostrato il Freak).

sabato 2 luglio 2011

Woodchipper


Il manubrio è senza dubbio ciò che più colpisce chi vede la Fargo per la prima volta.

Fargo con borse


Con questo caldo è un sollievo pedalare senza lo zaino in spalla!

lunedì 27 giugno 2011

Fargo: prime impressioni


Ritirata mercoledì pomeriggio, ho fatto subito un giretto in notturna, replicato giovedì mattina presto, venerdì l'ho usata per andare in ufficio e per pavoneggiarmi alla Stazione delle Biciclette, e finalmente sabato e domenica l'ho provata in due "tappe" da quaranta km.
La prima scoperta è stata che la forcella rigida è veramente rigida, unita alle gomme strette e belle dure rende l'anteriore granitico, dunque occhio ai tombini, ricordarsi di ammortizzare con il corpo le irregolarità del fondo stradale, non c'è una forcella ammortizzata a farlo per te.
Dopo i primi chilometri ho deciso di ruotare il manubrio Woodchipper in modo da posizionare l'appoggio delle mani più in alto, in posizione più naturale, che infatti si è rivelata comodissima nelle due tappe da quaranta chilometri. Anche i comandi tipo corsa del cambio, dopo un po' di pratica si sono rivelati comodi e precisi. Dopo la prima tappa da quaranta km ho anche alzato di cinque mm la sella ma penso che tornerò alla posizione precedente, con questi cinque millimetri in più la bici non mi sembrava più così comoda come il giorno precedente.
Su asfalto ho tenuto velocità di 4-5 km/h più elevate di quelle abituali con le MTB e ho anche percorso tratti in piano a velocità che non raggiungevo da solo e mantenevo da quando avevo la bici da corsa anche se il mio record di 37 km/h l'ho ottenuto lungo il Villoresi con l'Evolve stando in scia a uno scatenato Alex Adrenalina con la sua singlespeed.
Su sterrato si può andare veloci se il fondo è buono, su fondo sconnesso e duro le gomme sottili e la rigidità del mezzo costringono a rallentare, se non si vogliono sottoporre le proprie giunture a forti sollecitazioni. Su fondo morbido tipo boscaglia umida si va abbastanza bene, un po' come con la ciclocross, notevole l'agilità e la precisione a bassa velocità.
Immagino comunque che se si intende usare la Fargo per lunghe tappe con una buona percentuale di fuori strada sia meglio montare le gomme da MTB, sacrificando la prestazione su asfalto alla comodità su sterrato: una prova che intendo fare al più presto.

venerdì 24 giugno 2011

domenica 19 giugno 2011

Sud-est



Ancora un giro partendo da casa in bicicletta: che mi sia stufato di questa faccenda di caricare la bici in macchina e percorrere decine o centinaia di chilometri per arrivare al luogo della gita ? Oggi ad esempio si poteva scegliere tra andare in Svizzera a fotografare gli audaci downhiller Pro-M o fare una bella faticaccia con i Torrevilliani da Albavilla al Vicerè passando per lo Zoccolo, poi ascesa fino alla Capanna San Pietro passando per la baita Patrizi poi la discesa della Gilasca: bellissimi percorsi. L'unico inconveniente: tra andare e tornare due o tre ore di auto. Invece mi sono fatto un giro nella campagna a sud est di Milano, passando per le misteriose sorgenti della Muzzetta. Sono ormai maturo per la Fargo ?
Forse è un momento di cambiamenti. Ad esempio, invece della solita compatta mi sono portato dietro la reflex, è tutto un altro fotografare, peccato che sia così pesante e ingombrante.

domenica 5 giugno 2011

Villa Zurlì

Mi sveglio presto, il tempo, nonostante le previsioni meteo, sembra passabile, inizio a preparare tutte le carabattole che mi carico in macchina in occasione delle uscite in bici: oggi il meeting point della gita dei Torrevilliani è alle 8.30 a Morimondo. Verso le sette si scatena un temporale, acqua a catinelle, cielo scurissimo in direzione Pavia. Non interrompo i preparativi e tengo d'occhio il cielo: se voglio unirmi alla gita devo uscire di casa non più tardi delle otto. Alla fine decido di rinunciare. Esco a comprare il giornale e mi preparo mentalmente per un'uscita nei dintorni tanto per provare l'equipaggiamento antiacqua e il freno posteriore della singlespeed. Alle nove, bardato come un palombaro, esco di casa, parto e mi accorgo che non piove più e anzi ci sono pure degli sprazzi di sereno, specialmente verso Pavia, la qual cosa mi fa un po' arrabbiare. Ho contravvenuto a una mia regola: in caso di pioggia, portarsi sul posto, se non molto lontano, in questo caso mezz'ora di macchina, e poi decidere, ma oggi sembrava che non ci fosse proprio alcuna chance. Dopo pochi chilometri, addirittura sotto il sole, a Mirazzano, ormai fradicio di sudore, mi libero di parte della mia tenuta da sub, i pantaloni impermeabili, e mantengo però la giacchetta antipioggia a causa del vento. Ora va meglio, la temperatura corporea torna normale e procedo in direzione di Pantigliate, voglio andare a prendere la stradina di S. Martino Olearo, ma i lavori (eterni) sulla Paullese mi costringono a un lungo giro ozioso tra capannoni industriali e mercatini terzomondisti. A S. Martino Olearo, imbocco una stradina asfaltata che taglia a angoli retti la campagna e passo, vedi foto, per il minuscolo abitato di Villa Zurlì. Che sia il paese natale dell'omonimo mago dello Zecchino d'Oro ? Con questo ozioso interrogativo in mente raggiungo Mediglia e in poco tempo, sotto un cielo minaccioso e con un forte vento contrario (non so perchè, oggi fantozzianamente ho avuto quasi sempre il vento contro, eppure ho percorso un anello), arrivo a casa. Inizia a piovere.