tag:blogger.com,1999:blog-3246822301227777452024-03-05T19:47:14.958+01:00strengi i dentavventure in mountain bike1gekohttp://www.blogger.com/profile/06994753524126784499noreply@blogger.comBlogger191125tag:blogger.com,1999:blog-324682230122777745.post-20237115741423333952013-05-07T19:36:00.001+02:002013-05-07T19:53:22.522+02:00Attacco di follia...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqG7xxTcAoOtlG4SMCvUJEpE86IN7LXjPGRtozykHNw0tl0y23v2VIW0vHTRP4EMk0dQhz1xQnE61yxtlVSVJynb-Kf91ZCObbVOKOxHPi_o7QfKZU_fsXMti_K5aI_rAfmSylwSxD1BmV/s1600/valleStrona3-2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqG7xxTcAoOtlG4SMCvUJEpE86IN7LXjPGRtozykHNw0tl0y23v2VIW0vHTRP4EMk0dQhz1xQnE61yxtlVSVJynb-Kf91ZCObbVOKOxHPi_o7QfKZU_fsXMti_K5aI_rAfmSylwSxD1BmV/s320/valleStrona3-2.jpg" width="320" /></a></div>
... quello che mi ha colto domenica mattina e mi ha portato ad aggregarmi agli amici del Minimo Impatto e di Pro-m in una uscita con la BdC. Ci si trova sul presto nella piazza di Lainate e via alla volta di Arona: un piccolo gruppetto di quelli tipici delle uscite di qualche anno fa, Ale, Vitto, Rob, il Pres e il Gris. Ad Arona si aggiunge il Dottore che mi pare di ricordare in una uscita MTB sul Mottarone. Si parte relativamente piano (per loro), siamo sverniciati da un gruppetto di buffi grassoni e arriviamo a Borgomanero, curva a destra e iniziamo a dirigerci verso il lago d'Orta in lieve salita. Io mi acquatto dietro i miei compagni, sempre a pochi centrimetri dalla ruota di chi mi precede, l'imperativo è risparmiare le forze visto che l'uscita si prospetta di elevato chilometraggio, quasi cento chilometri, una distanza veramente inusitata e preoccupante. Un po' prima di Gozzano raggiungiamo una biker che subito si inserisce nel nostro gruppo per sfruttare la scia. Finisce la salita e una bella discesa ci porta sulle rive del lago d'Orta. Sull'onda dell'entusiasmo il gruppo mantiene una velocità elevata anche in piano, alla prima salitella io e la biker perdiamo il treno e ci stacchiamo irrimediabilmente. Io medito di tornare indietro, a questa la velocità temo di restare senza forze a decine di chilometri dalla salvezza cioè l'auto parcheggiata a Arona. Nonostante l'incitamento della simpatica compagna di sventura, "Dai che li riprendiamo", rallento decisamente e procedo a meno di venti km/h godendomi il paesaggio e meditando sul da farsi. Ma ecco che sulla carreggiata opposta si palesa una figura nota, è Vitto che è tornato indietro per vedere che fine avevo fatto. Mi convince a arrivare almeno fino a Omegna, mi incollo alla sua ruota e viaggiando sui trenta all'ora, sorpassiamo la ciclista e raggiungiamo gli altri fermi ad aspettare allo svincolo immortalato nella foto. Una piccola sosta per riprendere fiato, si riparte e in breve siamo a Omegna; salutiamo la simpatica ciclista che ci abbandona alla volta del lago Maggiore, nonostante l'offerta del Vitto di aggregarsi alla nostra gita. Siamo all'inizio della valle Strona e della sua salita. Vengo presto staccato, salgo con il mio passo, 8-10 km/h; un falso piano che mi sembra una discesa mi preoccupa, sarebbe una salita da affrontare al ritorno, ritrovo i miei soci che aspettano nel primo paesino della valle. Si riparte, i miei compagni spariscono in lontananza. La valle è molto bella, si vede il torrente scorrere giù in basso, la salita è lieve sul 4-5 %, i chilometri passano e ci si addentra nella valle. Finalmente appare il paese di Forno un po' più in alto, la pendenza aumenta un po', qualche tornante e sono in paese. Ma dove sarà il ristorante ? Telefono al Pres: "sono qui poco oltre il paese che ti aspetto già seduto al tavolo" dice lui. Ancora un piccolo sforzo e sono arrivato. Un Crodino è la giusta ricompensa per il sudore versato. Chiaccheriamo del più e del meno mentre i nostri soci affrontano le pendenze più toste che conducono alla fine della strada asfaltata. Dopo un mezz'oretta appare solitario l'Ale, in discesa ha seminato gli altri che comunque arrivano poco dopo. Finalmente si mangia, salumi a profusione, tagliatelle al limone e panna per gli altri, una scaloppina per me, torta di mele, grappa, amaro alla genziana, caffè. Nel frattempo il meteo sembra volgere al peggio. Si riparte belli imbaccuccati e ci spariamo una discesa di 15 km: mi duole dirlo ma anche in discesa vengo inesorabilmente staccato, le sottili ruote e i freni della BdC non mi ispirano granchè e mi inducono alla prudenza: la strada è stretta e tortuosa e in certi punti un po' dissestata. Comunque arrivo sano e salvo a Omegna dove mi attendono i miei compagni: formiamo un treno stile crono a squadra e partiamo contro vento alla volta di Arona. Tutto bene fino alla prima salitella dove perdo il treno: proseguo tranquillo in solitaria fino in cima alla salita che dal fondo del lago porta a Gozzano. Salutiamo il Dottore. ormai è fatta, ancora pochi chilometri, diciamo in piano, e staccato per l'ultima volta nella giornata sono di ritorno al parcheggio dove avevamo lasciato le auto.<br />
Ce l'ho fatta, almeno 90 km, un vero record e non ero neppure così distrutto, sarei potuto andare avanti ancora un po'. Incredibile!1gekohttp://www.blogger.com/profile/06994753524126784499noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-324682230122777745.post-60105437764499544142013-04-07T18:24:00.002+02:002013-04-07T18:25:49.337+02:00Canali 2.0<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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Quanto più veloce si va (su asfalto) con una bcd rispetto a una Fargo con borse ? Molto !1gekohttp://www.blogger.com/profile/06994753524126784499noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-324682230122777745.post-23482994801067569062013-04-01T18:48:00.002+02:002013-04-01T18:53:06.559+02:00Canali<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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Ieri giro San Donato Pandino con passaggi lungo il canale Vacchelli sulle tracce dei partecipanti della Mi-Cre di una settimana fa. Certo ho incontrato delle condizioni climatiche ben più favorevoli, niente pioggia, poco vento, freddo mitigato dal sole, un po' di fango nei tratti sterrati. Un totale di oltre settanta chilometri e cinque ore e mezzo tra stradine asfaltate, piste ciclabili e alzaie di canali con la Fargo in formato da viaggio con le Marathon Extreme, gomme più large di quelle da CX ma assai più strette di quelle da MTB, portapacchi, borse posteriori e da manubrio (mezze vuote). Una specie di test sulla mia capacità di fare una Mi-Cre, magari resa più logica come itinerario, alleggerita nella prima parte con più asfalto e meno sterrato. Considerando che ho risparmiato una quindicina di chilometri nel tratto San Donato-Pandino, per arrivare a Cremona ne avrei dovuto percorrere novanta: ieri alla fine dei settanta chilometri nonostante le gambe dolenti mi pareva che avrei potuto andare avanti ancora un po' e quindi direi che è fattibile, prima o poi ci proverò, possibilmente in una bella giornata di sole non troppo calda, prendendomela comoda, come ho fatto ieri.<br />
<br />1gekohttp://www.blogger.com/profile/06994753524126784499noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-324682230122777745.post-46892846113732820212013-02-04T19:44:00.002+01:002013-02-04T20:01:17.658+01:00Ricognizione<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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Ieri ricognizione del primo tratto della Mi-Cre offroad. E' il tratto più complicato dove l'offroad lo devi cercare con il lanternino: imperativo evitare la Paullese ! Ciò trasforma un tragitto che persino io potrei completare in meno di un ora con una bcd in un'odissea che ha richiesto più di tre ore.<br />
Appuntamento alle dieci alla Stazione delle Biciclette, alle dieci e mezzo partiamo. Rappresentiamo un bel campionario sia come "atleti", uno forte, due normali e uno scarso (io) che come biciclette: una full da 29", una front da 27.5", una Fargo e una ciclocross single speed. Solo io conosco il percorso e quindi detto l'andatura, lenta. Attraversiamo il Lambro con il ponte della Paullese (unico tratto su questa pericolosa statale) e ci inoltriamo in Peschiera Borromeo. Diopo qualche chilometro un primo tratto fuoristrada, passiamo per l'oasi del Carengione e svariate cascine, tornando sull'asfalto nei pressi di Pantigliate. Dopo qualche chilometro lasciamo la strada principale, attraversiamo un agriturismo, passiamo una sbarra e siamo alle sorgenti della Muzzetta. Un po' di zig zag e siamo a Settala. Uscendo da Settala, Antonino incomincia a riconoscere i luoghi, passa a condurre e rapidamente su asfalto arriviamo al ponte di Conterico sulla Muzza. Ci buttiamo sull'alzaia e lottando contro il vento ci dirigiamo verso nord fino a Vaiano (qui incomincio a risentire dello sforzo e rimango un po' indietro); abbandoniamo la Muzza e imbocchiamo una stradina sterrata che ci porta a Marzano. Ancora un piccolo sforzo e siamo sulla riva dell'Adda: sull'altra riva vediamo la presa del canale Vacchelli. Inizia un bel tratto, con fango a volte malefico, che ci porta al Guado. Qui perdiamo un bel po' di tempo: i miei soci, non muniti di scarpe impermeabili, rinunciano subito al guado. Si sa che il Pigi aveva attraversato utilizzando due tronchi d'albero. Vengono presto individuati, due tronchi di un bel diametro a un metro mezzo di altezza dalla superficie del ruscello, in quattro e quattr'otto Zanna è già sull'altro lato; una catena umana con i tre a cavalcioni dei tronchi che si passano le bici sembra essere la soluzione al problema. Nel frattempo viene anche avvistata una gigantesca nutria proprio sotto i tronchi.<br />
Già mi vedo piombare in acqua con la Fargo e varie apparecchiature elettroniche al seguito; mi rifiuto di passare sui tronchi e alla fine dopo ampio dibattito e molte esitazioni mi faccio coraggio e attraverso a piedi il guado utilizzando la bici come sostegno: a posteriori posso dire che si trattava di pochi centrimetri d'acqua e con le mie scarpe non mi sono bagnato i piedi. Ormai sull'altra riva, raggiungo i tre a cavalcioni dei tronchi e li aiuto a completare il trasbordo delle bici. Superato questo punto critico, sosta per rifocillarci con barrette. Riprendiamo il cammino e in breve siamo al ponte di Bisnate: finalmente! Ripercorriamo l'altra riva del fiume e raggiungiamo le opere idrauliche del Vacchelli: da qui a Crema si tratta solo di seguire il canale. Peccato che le mie forze siano ridotte al lumicino, mi fanno male le gambe e non ho più forza, le salitine delle alzaie diventano gran premi della montagna. All'incrocio della provinciale che collega Spino a Rivolta, chiamo i miei soci e propongo a loro di continuare da soli verso Crema: io mi avvierò mestamente a andatura ridotta verso casa su asfalto. Si rifiutano di abbandonarmi al mio triste destino e decidono di terminare la ricognizione a Pandino. Sono pochi chilometri, ma sono per me durissimi e ci si mette anche un forte vento contrario. Comunque in breve siamo nel cortile della casa di Antonino, laviamo le bici e ci cambiamo, resistiamo all'offerta di un piatto di oca con le verze accettando invece un bel tè caldo. Carichiamo le bici sulla macchina di Antonino che ci riporta al punto di partenza a San Donato: grandissimo! Lui e anche gli altri due, Ale e Zanna.1gekohttp://www.blogger.com/profile/06994753524126784499noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-324682230122777745.post-25342078666766703792013-01-08T20:33:00.000+01:002013-01-08T20:37:47.839+01:00Visti a Rockville 6<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbD7AMAd-2Rz2iBRQJZMT4JSM65d7Mq-cz5M2RI3R0bGauPHHLCzjaG_mGFf4hUZp_HCC7iZaefDc-QvsMxwh2ltvn8f7NGzLd9g1EuxA8f0EvocxfGhDxuSsnwZg3qAydoLlDNGp00C12/s1600/P1000741.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbD7AMAd-2Rz2iBRQJZMT4JSM65d7Mq-cz5M2RI3R0bGauPHHLCzjaG_mGFf4hUZp_HCC7iZaefDc-QvsMxwh2ltvn8f7NGzLd9g1EuxA8f0EvocxfGhDxuSsnwZg3qAydoLlDNGp00C12/s320/P1000741.jpg" width="179" /></a></div>
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1gekohttp://www.blogger.com/profile/06994753524126784499noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-324682230122777745.post-30150806649108275972012-12-16T18:14:00.001+01:002012-12-17T07:21:37.699+01:00Vigno cross<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7aRfmkRFs5gWIlwP5GyKDAC40FGFxZBmndGpq6mKENE01n9f-PnvgH7z66IsMUQES-5zBah9n-uQQHLNZaaFOfipkZyN193shfZMukHXCBnGOh9oC0Vb1tihqaIow9EFL0aVZiylxwQhR/s1600/IMG_0357.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="201" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7aRfmkRFs5gWIlwP5GyKDAC40FGFxZBmndGpq6mKENE01n9f-PnvgH7z66IsMUQES-5zBah9n-uQQHLNZaaFOfipkZyN193shfZMukHXCBnGOh9oC0Vb1tihqaIow9EFL0aVZiylxwQhR/s320/IMG_0357.jpg" width="320" /></a></div>
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Questa mattina dopo un po' tentennamenti ho deciso di andare a Piacenza per partecipare al Vigno Cross, terza tappa delle SSCX series. Dopo una settimana infernale per problemi vari ho pensato che forse potevo concedermi un po' di relax partecipando a questo evento.<br />
Un po' di nebbia lungo l'autostrada e sono sulla tangenziale sud di Piacenza a cercare di indovinare l'uscita giusta, naturalmente la sbaglio ma con l'aiuto di Google Maps riesco ad arrivare alla via Manfredi Giuseppe, dove si deve parcheggiare; la percorro in su e in giù in paio di volte, poi intravedo in una via laterale le inconfondibili sagome dei ciclisti e delle loro biciclette. Sono arrivato in tempo.<br />
Il percorso si rivela in parte innevato e in parte ghiacciato, in qualche punto c'è anche terra ed è piuttosto divertente, forse più da MTB che da ciclocross. Il punto più difficoltoso: l'ascesa di una salita di terra fangosa di tre, quattro metri di altezza con addirittura una corda per tirarsi su e due ragazzi a trascinare gli sventurati in cima. Fino a lì ero andato dignitosamente, avevo persino superato qualcuno più in difficoltà di me sul ghiaccio: avevo una 29" con ruote MTB invece della CX, ma lo sforzo dell'ascesa ha stroncato le mie velleità: vengo rapidamente doppiato e mi sento quindi legittimato a fermarmi a fare delle <a href="http://www.flickr.com/photos/1geko/sets/72157632257558741/">foto</a> e contemporaneamente rifiatare. In tutto completo tre giri, i migliori ne avranno fatti almeno il doppio. Segue ristoro in baita con canederli, chilli e torta ai mirtilli: ottimo.<br />
<br />1gekohttp://www.blogger.com/profile/06994753524126784499noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-324682230122777745.post-74515152363645397172012-11-26T19:30:00.000+01:002012-11-26T19:41:10.542+01:00Hangar crossin<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh97RtfZDj-JMILvYgW3DEDAnpbDPY_peR0PO3NB5MZWNh-4L_k3dEOQcb9AEPA-wtrSoAuWKDXgOwLO5W1t_eC_cqNqL9hkG_zcTARCVd1wrrkGoNlLf4Hz87xCK04-xAH3dyfgr5Zh8SG/s1600/P1000716.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="201" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh97RtfZDj-JMILvYgW3DEDAnpbDPY_peR0PO3NB5MZWNh-4L_k3dEOQcb9AEPA-wtrSoAuWKDXgOwLO5W1t_eC_cqNqL9hkG_zcTARCVd1wrrkGoNlLf4Hz87xCK04-xAH3dyfgr5Zh8SG/s320/P1000716.jpg" width="320" /></a></div>
Ieri ciclocross a Cogliate! La 666 CX finalmente riportata alla sua ragion d'essere, il ciclocross singlespeed dopo un lungo periodo di utilizzo urbano in modalità fissa. Tante facce note si ritrovano presso gli hangar del campo di volo di Cogliate: Pigi, Ale, Zanna, Spiedo, lo Zio, Ema, solo per citarne alcuni. Il meteo migliora man mano e ora della partenza appaiono squarci di azzurro nel cielo. Una cinquantina di audaci tra cui quattro donne, si avventano sul percorso; come mio solito sono subito ultimo e staccato dal gruppone, meglio partire adagio. Raggiungo Spiedo e Sara in difficoltà con i tubolari, nelle curve escono dal cerchio, ma presto ripartono e mi risuperano, rimangono comunque in vista. Passo il traguardo per la prima volta: il ragazzino segna-giri indica ancora quattro giri. A differenza del primo giro ora si deve affrontare il tremendo campo di granturco, un fettucciato tutto ondulato che mette a dura prova il fiato e le giunture. Verso la fine del secondo giro vengo doppiato dai primi due e poi durante il secondo passaggio nel campo di mais da Pigi e Ale. Completo il terzo giro e supero con la forza della volontà l'ultimo passaggio nel campo di granturco: ormai non mi resta che percorrere i lunghi rettilinei tra i campi per chiudere la mia gara. Tutto sommato sono soddisfatto: ho tenuto duro fino alla fine, anche se mi è mancato il riscontro della classifica dato che poi i doppiati "uomini" non sono stati classificati: sono persino arrivato prima della donna seconda classificata, incredibile!1gekohttp://www.blogger.com/profile/06994753524126784499noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-324682230122777745.post-21012803355719683742012-11-04T18:38:00.001+01:002012-11-04T18:53:38.997+01:00Mi-Pa(ndino)Oggi piove, come già ieri ma venerdì il meteo non era così male: l'ideale per un'uscita con la Fargo alla volta del canale Vacchelli: obiettivo la cittadina di Pandino. Perché mai ? Lo scopo era di verificare un possibile percorso per raggiungere da San Donato il suddetto canale in vista della Mi-Cre(mona) prevista nelle SSCXISeries e registrare la relativa traccia GPS. Infatti, una volta raggiunto il canale, basta seguire l'alzaia e dopo parecchi chilometri ci si ritrova a Cremona. Il problema è escogitare un itinerario piacevole per portare un certo numero di ciclisti da San Donato a Spino d'Adda, senza far correre loro troppi rischi. Per qualche ragione sono ritenuto una sorta di esperto e quindi ecco <a href="http://connect.garmin.com/activity/239426598">il risultato </a>di questa prima esplorazione. Esistono anche altri percorsi, magari più fuoristradistici, ma questo mi sembra il più diretto.<br />
Dunque, partenza dalla Stazione delle Biciclette di San Donato, è ovvio, sono gli organizzatori; si attraversa Metanopoli, si percorre il viale de Gasperi fino in fondo poi si gira a destra e alla successiva rotonda si prende a destra in direzione di San Giuliano: strada da evitare nelle ore di punta ma alla mattina presto di domenica dovrebbe essere poco trafficata. Giunti a San Giuliano si prende a sinistra in direzione Mediglia: classica stradina tra i campi con curve a angolo retto e fossato a fianco della carreggiata: anche questa da evitare nelle ore di punta, è un tratto che mi causa sempre qualche patema d'animo in caso di incrocio con autoveicoli. Comunque in qualche chilometro si arriva a una grande rotonda, si prende la seconda a destra e si entra nell'abitato di Mediglia: ci si dirige verso Bustighera su una strada abbastanza ampia e poco frequentata e si arriva alla Cerca: uno stradone di collegamento percorso a alta velocità da auto e camion. La Cerca deve essere attraversata con estrema prudenza per imboccare l'ampia e tranquilla strada che passando per Zoate e Tribiano porta a Paullo in corrispondenza della Muzza. Il peggio è passato: ora si tratta di attraversare Paullo e poi Zelo Buon Persico fino a raggiungere la Paullese: la si deve percorrere per qualche centinaia di metri poi finalmente, in corrispondenza di uno spiazzo ci si butta a destra, si passa una sbarra e si entra sullo sterrato che porta all'Adda. Dopo un centinaio di metri si risale a sinistra di una decina di metri e si prosegue su sterrato fino al vecchio ponte di Bisnate: ottimo punto per fare partire la "gara" con partenza stile Le Mans. In fondo al ponte un single track in discesa porta sulla riva del fiume: penso che la radice che si vede nella foto sia l'unica difficoltà tecnica del percorso.<br />
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Si imbocca a destra un ponticello di recente costruzione e su un piacevole sterrato, con l'Adda a sinistra, si raggiunge la bocca del canale Vacchelli.<br />
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Un viale alberato conduce all'edificio, attualmente in restauro, che regola la portata di acqua che viene immessa nel canale: è anche un ponte che permette di passare sulla riva sinistra del canale. Qui per la prima volta si ha un'idea di ciò che attende i concorrenti della Mi-Cre: chilometri e chilometri sull'alzaia di un canale.<br />
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Io l'ho percorsa fino a Pandino, dapprima larga e piena di pozzanghere poi, dopo Spino, un po' più stretta con un fondo non particolarmente comodo: ciotoli su terra, non il massimo con una rigida come la Fargo, figuriamoci con una CX. Anche qui occorre fare attenzione all'attraversamento delle provinciali: solo per arrivare a Pandino ne ho incontrate un paio.<br />
Arrivato nei pressi di Pandino ho abbandonato il canale e ne ho approfittato per visitare questa cittadina ricca di bar, ristoranti e pasticcerie. C'è anche un castello, il secondo in cui mi imbatto in meno di una settimana dopo quello di Bereguardo.<br />
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Al ritorno evito la scomoda alzaia: una comoda ciclabile mi porta a Spino, lascio la provincia di Cremona attraversando l'Adda sul nuovo ponte di Bisnate, attraverso con prudenza la Paullese e sono a Zelo. A questo non mi resta che percorrere a ritroso il percorso dell'andata con qualche variante per tornare al punto di partenza: la Stazione delle Biciclette di San Donato.1gekohttp://www.blogger.com/profile/06994753524126784499noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-324682230122777745.post-32668553445664260602012-10-29T08:26:00.001+01:002012-10-29T08:26:09.451+01:00Bereguardo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyZynWU_4w2EeGwWQrcLihokbKjcXIad6p52XeBQ3NA_HYFjALlJB9aLUo-7noFrWLCNiH63RS6ggfxWBi6HAD8vVDpz6hkx9lynjbXQmVsOhD9PdRYDrt_33fVrj8D9eydxgnnhdD04qa/s1600/P1000697.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyZynWU_4w2EeGwWQrcLihokbKjcXIad6p52XeBQ3NA_HYFjALlJB9aLUo-7noFrWLCNiH63RS6ggfxWBi6HAD8vVDpz6hkx9lynjbXQmVsOhD9PdRYDrt_33fVrj8D9eydxgnnhdD04qa/s320/P1000697.jpg" width="320" /></a></div>
La conclusione: gnocchi di castagne al gorgonzola, costine di maiale al peperoncino con verze, sorbetto al mirtillo, caco e pera. Le premesse: da giorni il meteo preannunciava pioggia moderata per la domenica mattina, ma in realtà c'è addirittura un po' di sole, vero però che la temperatura ha subìto una bella discesa di sei-otto gradi rispetto ai giorni precedenti. Per una volta arrivo in anticipo al punto di ritrovo, la piazza dietro il castello di Bereguardo e aspetto i miei soci riscaldandomi al sole. Eccoli spuntare da dietro la curva con il furgone: sono il Pres e il Vitto, oggi uscita in trio. Pochi minuti e sono pronti a partire. Ci dirigiamo verso il ponte di barche, lo attraversiamo e puntiamo verso Pavia. I ragazzi tengono una bella velocità, il Pres in testa fende l'aria con il suo Krampus dalle ruote da 3", a stargli in scia si risparmia un bel po' di fatica. Lunghi rettilinei nella campagna e ogni tanto qualche scorcio del fiume, poi foro: è una occasione per tirare un po' il fiato. Percorriamo piacevoli tratti un po' più tortuosi e arriviamo a Pavia: attraversiamo il ponte coperto dopo qualche foto di rito e imbocchiamo il lungo fiume. Il tempo continua a essere favorevole ma il sole è ormai un ricordo, il cielo è grigio ma non piove. Un tratto di asfalto ci conduce a Torre d'Isola dove torniamo allo sterrato: una bella discesa ci porta di nuovo al livello del fiume. Comincia a piovere debolmente e a un certo punto torniamo sull'asfalto per arrivare rapidamente a Bereguardo dove ci attende la Mescita con cucina Viscontea con il suo pantagruelico menù. Ora piove con più decisione ma ormai siamo al coperto, al caldo e di fronte a piatti succulenti: la fortuna aiuta gli audaci !1gekohttp://www.blogger.com/profile/06994753524126784499noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-324682230122777745.post-6266188226808858572012-10-22T08:12:00.000+02:002012-10-22T08:12:09.115+02:00Parco Pineta<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiyziaBJM8r79XAWaQ7co-Tmzcn1Plgv6kYEWILJujC8XuqMj34RgX4ZwK1qXYj2EGdvycAglfTRUViyDmMwTpIlFS6wTAu5-TSc8J4PQvcPooSYw0qR2dBUdon0nUp-hBMhDoevxOXoSO/s1600/P1000689.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="249" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiyziaBJM8r79XAWaQ7co-Tmzcn1Plgv6kYEWILJujC8XuqMj34RgX4ZwK1qXYj2EGdvycAglfTRUViyDmMwTpIlFS6wTAu5-TSc8J4PQvcPooSYw0qR2dBUdon0nUp-hBMhDoevxOXoSO/s320/P1000689.jpg" width="320" /></a></div>
Ieri gita con i Torrevilliani nel Parco Pineta. Come sempre un gran numero di partecipanti, una cinquantina, il che rende inevitabilmente l'uscita poco faticosa: ogni tanto una foratura, ieri anche due rotture di catena fanno fermare il gruppone per quella decina di minuti che permette di tirare il fiato, se ce n'è bisogno. C'è tempo per chiacchierare e per disquisire di telai, forcelle, cambi, selle. Percorso classico anche se siamo entrati nel Parco da Lurago Marinone e non dalle piscine di Mozzate come nelle uscite Pro-m, fondo decisamente umido, fango quasi assente, molte radici viscide, abbondanza di funghi e dei relativi raccoglitori. Il Tallboy si conferma ottimo.1gekohttp://www.blogger.com/profile/06994753524126784499noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-324682230122777745.post-78539766794314110642012-10-15T19:11:00.002+02:002012-10-15T19:11:23.476+02:00Cargo Race: le fotoOltre a questa<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAHimWp3wr1xePj46xEbSYeMEmQ5UeN3tt0DOPB68vzRwIVztzo3LePpyc76whD1X0MolDoRTFin-xf3J4Pd4L6Ujt90Iu-MStlxne3Yhmz1Z_XlsNK_KxyPaNc-DSAxoy6U1S5DSosBEB/s1600/IMG_0300.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="196" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAHimWp3wr1xePj46xEbSYeMEmQ5UeN3tt0DOPB68vzRwIVztzo3LePpyc76whD1X0MolDoRTFin-xf3J4Pd4L6Ujt90Iu-MStlxne3Yhmz1Z_XlsNK_KxyPaNc-DSAxoy6U1S5DSosBEB/s320/IMG_0300.jpg" width="320" /></a></div>
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altre foto <a href="http://www.flickr.com/photos/1geko/8090829959/in/set-72157631776670721/">qui!</a></div>
1gekohttp://www.blogger.com/profile/06994753524126784499noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-324682230122777745.post-60817479823385878702012-10-08T19:17:00.001+02:002012-10-09T07:52:00.138+02:00Tallboy!!!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKdMVmNlh7qAGmNDIuT-WIQcsxh_wYmmlXdM7fNQn0Trmg6OTaypvOH2PjUjSN-xOVPy78DJz1w5cxlPbqjVNzIduQLBLtLEC07pwUGxk8Eqg8FtOwmO6hrc7MabEbBur-U8E3lB_Ecu0o/s1600/P1000688.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKdMVmNlh7qAGmNDIuT-WIQcsxh_wYmmlXdM7fNQn0Trmg6OTaypvOH2PjUjSN-xOVPy78DJz1w5cxlPbqjVNzIduQLBLtLEC07pwUGxk8Eqg8FtOwmO6hrc7MabEbBur-U8E3lB_Ecu0o/s320/P1000688.jpg" width="241" /></a></div>
Niente Val Cannobina (Minimo Impatto), né Meina-Meina (Pro-m). né Costiera dei Cech (Torrevilla). Dovendo tornare a casa per pranzo opto per un classico anello nel parco del Curone; non so perché finisco sempre per provare le MTB nuove a Montevecchia, unica eccezione l'Evolve che testai sulla salita del monte Bar e sulla discesa dal passo San Lucio in un epica gita di qualche anno fa. L'<a href="http://connect.garmin.com/activity/230875142">anello della Panoramica</a> è caratterizzato da salite dure su sterrato ma prive di difficoltà tecniche e discese scorrevoli con qualche tratto leggermente più impegnativo. Sulla salita del Cancello, 130 m di dislivello per un chilometro di lunghezza, realizzo il mio tempo record, meno di 13 minuti a fronte dei 16 con la Dos Niner. Incredibile ! Finita la salita del Cancello salgo ancora verso Deserto dove imbocco a destra la stradina in discesa, incontro McVit che non mi riconosce per via della barba e alcuni Torrevilliani. Curva a gomito e inizia il breve tratto di rocce a lastre angolate di poco rispetto alla direzione di marcia: sembrano tante rotaie del tram affiancate, in quanto tali le affronto sempre con un po' di preoccupazione ma il ragazzo alto se le beve in gran tranquillità. Risalgo fino all'inizio del da tempo interdetto alle MTB e ai cavalli sentiero dei Cipressi; prendo dunque il sentiero che scende a destra, anche questo affrontato altre volte con un minimo di preoccupazione, il primo pezzo mi è sempre parso un po' ripido, non oggi! Il Tallboy raddrizza forse le discese ? In breve supera in successione i due gruppi di case che caratterizzano la valle del Curone: Galbusera Nera e poi la Galbusera Bianca. Sorpresa! I vecchi ruderi si sono trasformati in condomini. Risalgo un po' fino alla fine del sentiero dei Cipressi e imbocco un tratto di discesa un po' più sconnessa: o l'hanno lisciata o è il Tallboy che la fa sembrare meno impegnativa di quanto ricordavo. La discesa in asfalto mi porta sul fondo della valle del Curone che percorro fino a imboccare la salita del Val Fredda; anche questa salita viene superata senza particolari sforzi. A questo punto mi inerpico su ripide rampe di asfalto fino a Montevecchia alta, percorro la Panoramica e mi rifaccio la salita del Cancello in discesa. Passato il Cancello si continua in discesa più dolce su sterrato e su asfalto, ci do dentro coi pedali. Ancora una piccola salitina, superata di slancio e sono al parcheggio di Lomaniga. Ora alcune considerazioni da ignorante sulla nuova bici. Come disse un vecchio saggio uno dei pregi del Tallboy è il fatto di essere una full da 29" molto leggera e ciò deve avere avuto il suo peso nella prestazione sulla salita del Cancello. A me è piaciuta anche in discesa anche se il terreno non era particolarmente impegnativo: mi sono trovato subito a mio agio, un po' come sulla Nomad quando la provai qualche anno fa in un Test Day DBS. La trazione in salita non è al livello dell'Evolve e del suo ICT, in compenso mi pare più maneggevole.1gekohttp://www.blogger.com/profile/06994753524126784499noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-324682230122777745.post-10219609748952544402012-10-01T18:31:00.002+02:002012-10-01T18:34:50.342+02:00Trapianto<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjU4PHU4iBzhVKx395E0VBFjz_AInwCZct4y2U_voOhcY07UQNqjcnSDWyqRA_NB2FAG9mzUe5SOQIY8fjzD5e3lrrSjjjMnnbtrqA18HqCnj7j4TtMd7nDv5H-er5ZRpcab2m1hsBEUe9m/s1600/IMG_0252.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="176" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjU4PHU4iBzhVKx395E0VBFjz_AInwCZct4y2U_voOhcY07UQNqjcnSDWyqRA_NB2FAG9mzUe5SOQIY8fjzD5e3lrrSjjjMnnbtrqA18HqCnj7j4TtMd7nDv5H-er5ZRpcab2m1hsBEUe9m/s320/IMG_0252.jpg" width="320" /></a></div>
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Udite, udite: il telaio Dos Niner è stato sostituito con un Santacruz Tallboy: dai primi giretti di prova il trapianto mi pare riuscito. Questa bici contiene reliquie di altre precedenti MTB: il cambio Shimano XT e la sella Fizik Gobi risalgono a una Scapin Geko, le ruote American Classic e la forcella Reba furono montate per la prima volta su una Niner MRC, la mia prima 29". A parte il telaio, l'unico pezzo nuovo è il reggisella Thomson. Pur con una componentistica non proprio aggiornata la bici mi è piaciuta subito ispirandomi una sicurezza che la Dos Niner non mi aveva mai dato. Del resto ho provato la settimana scorsa una MDE Carver: mi è parsa una bici di un altro pianeta rispetto alla vecchia Evolve. Può essere che qualche progresso nella progettazione delle 29" ci sia stato in questi ultimi tre, quattro anni !1gekohttp://www.blogger.com/profile/06994753524126784499noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-324682230122777745.post-78048248198178656352012-09-25T07:35:00.000+02:002012-09-25T07:41:31.541+02:00Gisazio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyiULc8sEmlz7hCvS2vwEoGqlny20pzF_VV_5ZCqqyt_0Wa2hKANaxU_CCWMPTHv79Q8zc3J3ADmcBTv_eDjjgbfMmHFtrjlY4wSf-Ylk9o8JFa3RgS3kSGr4J_YMagBVm9RRt7tJEoQRx/s1600/P1000685.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyiULc8sEmlz7hCvS2vwEoGqlny20pzF_VV_5ZCqqyt_0Wa2hKANaxU_CCWMPTHv79Q8zc3J3ADmcBTv_eDjjgbfMmHFtrjlY4wSf-Ylk9o8JFa3RgS3kSGr4J_YMagBVm9RRt7tJEoQRx/s320/P1000685.jpg" width="299" /></a></div>
Gisazio, chi era costui ? O meglio dove si trova questo Carneade della topografia ? Si tratta di uno dei borghi toccati dal giro sopra Bellano e Varenna che ho fatto domenica, insieme a Bonzeno, Portone, Pegnono, Perledo (nella foto), Campallo, Regolo e Gittana. L'itinerario, descritto in gran dettaglio nel libro "Mountain bike tra Lecco e Bergamo", si snoda tra salite quasi tutte su asfalto e discese su sterrate e mulattiere all'interno dei boschi che sovrastano la statale 36 e le sue gallerie. Dunque si fatica sulle salite e ci si diverte nelle discese e sulle scalinate dei borghi, ogni tanto si gode di ottime viste sul lago.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrVnqfsUM_uiCFPv3prdFgkBDFTcmkwD9xp4a-st-A6VRXta-vsZ7w7o7Yf4mrDqHwKOf4FibHT4FsV2vRA8jpOeQ29e80XiiZshi45WmLH_ROKc0KDsix9viIavw51uvLxySLaP38QplE/s1600/P1000683.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrVnqfsUM_uiCFPv3prdFgkBDFTcmkwD9xp4a-st-A6VRXta-vsZ7w7o7Yf4mrDqHwKOf4FibHT4FsV2vRA8jpOeQ29e80XiiZshi45WmLH_ROKc0KDsix9viIavw51uvLxySLaP38QplE/s320/P1000683.jpg" width="320" /></a></div>
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Necessaria la traccia GPS, scaricabile nel sito dell'editore del libro: visto che non è così precisa meglio portarsi dietro anche una fotocopia della descrizione dell'itinerario per evitare di mancare la direzione giusta ai numerosi bivi che si presentano lungo in percorso.</div>
<br />1gekohttp://www.blogger.com/profile/06994753524126784499noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-324682230122777745.post-33082820205000782842012-09-17T18:43:00.002+02:002012-09-18T07:46:52.415+02:00Tre stili a confronto<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtM1FZfYvFmCLVB9F3J5sMzgLZ_Gj199d6kwtajcTQ-FXobjin4exlG42nEJfpOKV79pj1mqMvG-KHNSHhWIveiVEYSYSIT5-vIrmZjmK52OKAfkcR6v03MM9S32aqmv9BKnZfhuteE5Zl/s1600/P1000680.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="237" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtM1FZfYvFmCLVB9F3J5sMzgLZ_Gj199d6kwtajcTQ-FXobjin4exlG42nEJfpOKV79pj1mqMvG-KHNSHhWIveiVEYSYSIT5-vIrmZjmK52OKAfkcR6v03MM9S32aqmv9BKnZfhuteE5Zl/s320/P1000680.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />1gekohttp://www.blogger.com/profile/06994753524126784499noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-324682230122777745.post-78207645229741512402012-08-18T11:56:00.004+02:002012-08-18T12:00:45.297+02:00Piani d'ArtavaggioIeri gita in Valsassina, valle di montagne e funivie. Una funivia a Moggio mi permette di raggiungere senza fatica i piani d'Artavaggio. Il tempo in Valsassina è generalmente soleggiato tranne che ai suddetti piani, una nuvola grigia sembra intrappolata tra le cime che circondano la spianata di Artavaggio, non sarà mica una replica della gita del Suvretta Pass ? Certo che si tratti di nuvole destinate a dissolversi nel corso della giornata, mi incammino verso i rifugi Nicola e Cazzaniga Merlini, posti un duecento metri più in alto. Molti escursionisti mi accompagnano nella faticosa salita su una mulattiera all'8% dal fondo sconnesso. In meno di un'ora raggiungo il rifugio Nicola, una breve sosta per cambiare la maglia sudatissima con una asciutta e mi dedico a una piccola esplorazione della zona: mi imbatto in un sentiero che scende a Valtorta e ne seguo un altro che sembra andare in direzione dei piani di Bobbio, che quasi subito diventa non ciclabile.<br />
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Torno indietro verso il Cazzaniga Merlini, da qui si intravede un largo sentiero in discesa verso Nord Ovest, chissà se conduce verso valle in maniera ciclabile. Ritorno al rifugio Nicola, mi pare di ricordare che, secondo la mia collega Francesca, audace climber e frequentatrice della zona, si mangi meglio che Cazzaniga Merlini: il menù comunque non è dei più adatti allo sportivo, basti dire che predomina la polenta.<br />
Mi prendo un panino e faccio una lunga sosta all'aperto, arrivano altri biker, il sole va e viene. Nel frattempo la gloriosa Lumix sembra impazzita, non mette a fuoco, quando la spengo rimane con l'obiettivo esteso, continua ad apparire il messaggio "spegnere e riaccendere la fotocamera", insomma pare proprio che anni di scossoni e, temo, la pioggia del Suvretta Pass abbiano avuto la meglio sui suoi delicati meccanismi. Mi rassegno a usare l'iphone per documentare il resto di questa gita. Verso l'una, la maglia che avevo steso sul manubrio si è asciugata e decido di iniziare la discesa verso valle: in un quarto d'ora la mulattiera faticosamente risalita è alle mie spalle, sono di nuovo ai piani d'Artavaggio, il sole splende.<br />
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Altre manovre sulla Lumix mi permettono almeno di fare rientrare l'obiettivo nella sua sede: quanto al normale funzionamento, niente da fare. Risalgo in sella e imbocco la lunga mulattiera che porta a valle, bei panorami ma il fondo sconnesso e mosso richiede una certa prudenza, c'è anche la possibilità incontrare qualche veicolo dietro una curva, meglio non esagerare con la velocità: in effetti ho incontrato una Panda 4x4. Non ci si può rilassare e quindi la discesa non è particolarmente divertente, shakerato come un cocktail arrivo alla sbarra che annuncia la strada asfaltata: a sinistra si sale verso Culmine San Pietro, a destra si scende a Moggio. Decido per risalire a Culmine, mi ricordo che, imboccando una sterrata che va verso la bocchetta di Olino dopo qualche centinaio di metri si gode di una bella vista del Resegone. La vista c'è ma offuscata dalla foschia e dal controluce: peccato, giro la bici e torno al Culmine. Non mi resta che scendere verso Moggio su asfalto. Alla sbarra di prima mi fermo a chiedere a due trialisti se conoscono qualche alternativa fuoristradistica per la discesa a Moggio, niente da fare, l'unica che conoscono è una mulattiera da Culmine che avevo già percorso qualche anno fa. La discesa su asfalto è piacevole, con ampie curve e poco traffico arrivo in fondo; un breve tratto in salita e sono nel tranquillo abitato di Moggio; non mi resta che tornare al parcheggio, cambiarmi e caricare la bici in macchina prima di intraprendere il viaggio di ritorno verso la torrida pianura.1gekohttp://www.blogger.com/profile/06994753524126784499noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-324682230122777745.post-53157944368106995832012-08-16T09:38:00.000+02:002012-08-16T12:30:28.529+02:00Castell'Arquato"E' di Giussano, ma abita a Castell'Arquato nei cui boschi ama allenarsi". Così hanno detto in TV dell'uomo che ha preso la medaglia di bronzo nella gara di MTB alle Olimpiadi, Marco Aurelio Fontana. "Dove sarà precisamente questo Castell'Arquato ?" Google maps mi rivela che si tratta di una piccola cittadina sull'Appennino nella valle del fiume Arda, dalle parti di Fiorenzuola, a circa un'ora di auto da casa mia. Un'altra ricerca in Garmin Connect mi fornisce una traccia GPS che partendo da Fiorenzuola risale la valle dell'Arda, passando per Castell'Arquato e arrivando a monte di una diga, la diga Vernasca, presumibilmente in fuoristrada. Stanco di percorrere la statale 36 alla volta delle prealpi lombarde mi decido per la trasferta appenninica. Caricata la Dos Niner in macchina, mi immetto in autostrada e, come predetto dal Google Maps, in circa un'ora arrivo a destinazione. Un ampio parcheggio deserto mi accoglie, soliti preparativi, accendo il GPS e seguo la traccia. Un primo tratto su asfalto mi permette di fare l'abitudine con il panorama appenninico, fatto di alture morbide e tondeggianti, così diverso da quello prealpino, più spigoloso. Manco un bivio, mi accorgerò in seguito, e proseguo su asfalto, passo di fianco a un cementificio e qui la strada incomincia a salire in maniera avvertibile, dopo un po' avvisto la diga. "Non è possibile che sia tutto su asfalto" mi dico e mi fermo a scrutare lo schermo del GPS, elimino la mappa dettagliata dell'Emilia che rende difficile distinguere la traccia e, sullo sfondo della mappa generica, mi accorgo che effettivamente a un certo punto si doveva passare sull'altro lato del fiume, al summenzionato bivio mancato e guardando bene si nota una sterrata che costeggia l'Arda sull'altro lato della valle. Riprendo a salire e poco dopo incontro una stradina a destra in ripida discesa che mi porta sul fondo della valle e mi permette di rientrare sulla traccia. Qui inizia uno strappo molto duro che porta rapidamente o meglio ripidamente, passando per un gruppetto di case, a una quota ben superiore a quella della diga. Lo strappo toglie il fiato e mi rassegno a salire spingendo la bici a piedi, fortunatamente non è molto lungo e, alla fine della salita, inizia una bella sterrata pressoché pianeggiante che costeggia in quota l'invaso della diga,<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMgrJrqyutjs6h1bAqXuTzQss1QRZ5xRc-0cfHOnsAabDfjZd8wT1JE3k5evKmrqpDMdHbT2DgNVruql0JXosiwAGlR0XAvVJ6zX4RdRZPTa18kd9BZw8j893K90Z9J8BmoLYMQaGUA2hR/s1600/P1000649.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="228" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMgrJrqyutjs6h1bAqXuTzQss1QRZ5xRc-0cfHOnsAabDfjZd8wT1JE3k5evKmrqpDMdHbT2DgNVruql0JXosiwAGlR0XAvVJ6zX4RdRZPTa18kd9BZw8j893K90Z9J8BmoLYMQaGUA2hR/s320/P1000649.jpg" width="320" /></a></div>
molto panoramica, non incontro anima viva, anche se il percorso è attrezzato con panchine e balaustre. Arrivo all'asfalto che in lieve discesa mi riporta alla diga, scendo ancora un po' e prendo la stessa stradina in discesa dell'andata che mi permette di traversare il fiume, poco più di un rigagnolo, e di immettermi sulla sterrata che costeggia il fiume. Ne percorro un tratto, riattraverso il fiume su un ponticello, ancora asfalto, poi all'altezza del cementificio, mi riporto sulla sterrata con un guado dal fondo ciotoloso, un po' di indecisione, mi blocco a metà del guado e metto entrambi i piedi nei dieci centimetri di acqua. Con i piedi bagnati proseguo velocemente fino Lugagnano. non senza avere prima incontrato un gruppo di arcieri intenti a centrare un bersaglio con le loro frecce: come quando incontro dei cacciatori è con un piccolo brivido che mi allontano da loro, lasciandomeli velocemente alle spalle. Un largo ponte mi fa attraversare per l'ultima volta il fiume e quindi mi immetto su una ciclabile sterrata lungo la quale finalmente incontro tre bikers, gli unici della giornata, non che di auto o pedoni ne abbia incontrati poi tanti. Finisce la sterrata, manca solo qualche chilometro di asfalto per tornare a <a href="http://connect.garmin.com/activity/211131727">Castell'Arquato</a>.<br />
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Concludendo, bei posti, molto tranquilli e poco frequentati, forse un giro da rifare in un'altra stagione dell'anno, magari in autunno.</div>
1gekohttp://www.blogger.com/profile/06994753524126784499noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-324682230122777745.post-24270253838792163302012-08-14T08:37:00.001+02:002012-08-14T08:37:08.528+02:00Bisnate<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQNk3tV_oCUZrArxwcxNJaB7CnQHj5f0I2xxCWxtnYgOIKRkURGRknOw60aGF07LX94_1ZA6M-ZioRI0RPTa9z_TXJXN31E_n8jNBIhx-eBZJZgvBPJCEVBN49if9NFaKzJf-wRSlUzny0/s1600/P1000643.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQNk3tV_oCUZrArxwcxNJaB7CnQHj5f0I2xxCWxtnYgOIKRkURGRknOw60aGF07LX94_1ZA6M-ZioRI0RPTa9z_TXJXN31E_n8jNBIhx-eBZJZgvBPJCEVBN49if9NFaKzJf-wRSlUzny0/s320/P1000643.jpg" width="320" /></a></div>
Ieri dalle parti del ponte di Bisnate la portata era così bassa che quasi si poteva guadare l'Adda in bici.1gekohttp://www.blogger.com/profile/06994753524126784499noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-324682230122777745.post-34492544442223741632012-08-10T17:09:00.001+02:002012-08-10T17:25:43.337+02:00La valle che non c'èIeri alle Betulle il Pres mi ha portato a vedere la valle che non c'è. Si tratta di una ripida discesa che collega <a href="http://connect.garmin.com/activity/208798194">la sterrata che sale nel bosco dall'Alpe Palio alla sterrata della Val Marcia</a>. Dopo una buona pizza alle Betulle, guest star Pippo, <a href="http://www.facebook.com/pages/Pro-M/178081005628497">l'asino apparso l'altro ieri su Facebook</a>, inforchiamo le nostre bici,<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJZbEi_cKjGA4onuIl1rly2Y_A9M7ly-SO3Cl_-W12jDkNmarAmJDoCSEG10KqE-403S_rTyFMyi4Vr5iC7heHw04RCmhrhlg4psa8HY-ndgIPk0TuW437RkGrtROOFmEmYaVku1erwnCi/s1600/P1000641.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJZbEi_cKjGA4onuIl1rly2Y_A9M7ly-SO3Cl_-W12jDkNmarAmJDoCSEG10KqE-403S_rTyFMyi4Vr5iC7heHw04RCmhrhlg4psa8HY-ndgIPk0TuW437RkGrtROOFmEmYaVku1erwnCi/s320/P1000641.jpg" width="320" /></a></div>
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la mia vecchia Evolve e la bici del momento, la Transition Bandit del Pres e rapidamente scendiamo all'Alpe Palio. Qui sulla destra imbocchiamo una ripida pista cementata che si trasforma in una leggermente meno ripida sterrata, 9-10% che facendoci sbuffare e sudare ci conduce all'inizio della discesa della Valle che non c'è: prima affrontiamo un tratto nel bosco poi sbuchiamo all'aperto, di fronte a noi una traccia dritta nel prato, la pendenza di questo tratto è notevole, 25%. Ne percorro il primo tratto a piedi, mi fa una certa impressione, mentre il Pres se la fa tutta in bici; a un certo punto mi pare che la pendenza diminuisca, in sella arrivo in fondo al pratone e immortalo il Pres nella valle che solo lui conosce.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjduj5dMbVEc45a5EFepvq_Ji6xswARSM6gWBdd0mpavGsV_GhgUASlplp7L2tPc1GN1LQiNjf98_x41iShlDShx_jrWOphvB_eljNJwkbJ7Z2wVai4vGnvZW52U73wfy9x5qUU3x8J8XTR/s1600/P1000642.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="241" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjduj5dMbVEc45a5EFepvq_Ji6xswARSM6gWBdd0mpavGsV_GhgUASlplp7L2tPc1GN1LQiNjf98_x41iShlDShx_jrWOphvB_eljNJwkbJ7Z2wVai4vGnvZW52U73wfy9x5qUU3x8J8XTR/s320/P1000642.jpg" width="320" /></a></div>
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Risaliamo leggermente verso alcuni ruderi e fanno la loro comparsa i rovi e le ortiche che ci accompagneranno fino al fondo valle. Urticati e graffiati raggiungiamo la sterrata che percorre il fondo della Val Marcia, scambiamo una serie di considerazioni politico-filosofiche con alcuni abitanti del luogo sulla scarsa manutenzione dei sentieri e degli alpeggi, sul proliferare della strade agropastorali e sulla loro cementificazione. Ripartiamo sulla sterrata sassosa, raggiungiamo l'asfalto e da qui in pochi minuti raggiungiamo il piazzale della funivia di Margno. Un paio di bibite, il Pres risale in funivia alle Betulle, io carico la bici in macchina e mi dirigo verso Bellano per andare a trovare mio papà. La superstrada 36 dopo Bellano era stata chiusa in mattinata a causa di un camion che aveva perduto il carico. Ciò ha creato un caos inimmaginabile: già scendere i due km dall'ingresso della SS36 a Bellano ha richiesto molto più tempo del solito a causa dei rallentamenti provocati dagli incroci tra TIR nei tornanti. Terminata la visita al babbo, decido di evitare la superstrada e seguire la panoramica lungo il lago: l'ho percorsa a bassa velocità a causa dei conducenti e dei passeggeri delle auto e dei camion fermi sulla corsia opposta che, usciti dai loro veicoli, stazionavano sulla strada. Una pressoché ininterrotta fila di mezzi sulla corsia opposta mi ha accompagnato fino all'uscita dalla galleria del Monte Barro: poveracci quelli che ci si sono trovati in mezzo!.1gekohttp://www.blogger.com/profile/06994753524126784499noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-324682230122777745.post-58960920138738243692012-08-05T19:03:00.000+02:002012-08-05T19:13:44.086+02:00GhiaiaChe fare di una bici Ciclocross Singlespeed se alla resa dei conti da quando ce l'ho, ho fatto solo due gare di CX, una alla montagnetta di San Siro e una a Villarocca con esiti disastrosi, ultimo e soprattutto faticando come una bestia, il che mi ha fatto capire che il CX Singlespeed è troppo duro per risultare divertente per uno scarso come me ? Trasformarla in una bici da ghiaia (in inglese gravel) adatta a percorrere percorsi pianeggianti fuoristrada che da queste parti abbondano specie lungo le rive dei fiumi Adda, Lambro e Ticino: la ghiaia non manca. Dunque, in attesa di sostituire le gomme da CX con altre magari di maggior volume, per il momento si è dato l'addio ai cantilever, sostituiti da V-brakes (finalmente si frena!) e al manubrio classico sostituito da un piccolo Woodchipper, accoppiato a un attacco Thompson da 25.2 che mi avanzava (finalmente si sta un po' più comodi). Un bel nastro viola per non passare inosservati e il gioco è fatto !<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicjqjWJZYaG6GEPH8CgZpgNPCYhfizTAbck-BB8plrI5o3lDyar40grhS1NnTGWmb5JER_TPOrQRHz_Ue7_P78JgGOpAYWc7JKjrkYBSOY-4bEpmrh8_9JTiiv6Wa6W7tB2fiBFi6TiPhB/s1600/IMG_0234.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicjqjWJZYaG6GEPH8CgZpgNPCYhfizTAbck-BB8plrI5o3lDyar40grhS1NnTGWmb5JER_TPOrQRHz_Ue7_P78JgGOpAYWc7JKjrkYBSOY-4bEpmrh8_9JTiiv6Wa6W7tB2fiBFi6TiPhB/s320/IMG_0234.jpg" width="320" /></a></div>
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Oggi l'ho provata sulla ciclabile sterrata che collega <a href="http://connect.garmin.com/activity/206922829">Rivolta a Boffalora</a>, sul lato cremonese dell'Adda:<br />
45 km a buona velocità, chilometraggio, tempo e temperatura da Trofeo del Giradur, affrontati con un 36/16 fisso, niente male !1gekohttp://www.blogger.com/profile/06994753524126784499noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-324682230122777745.post-53129135561640131802012-08-04T08:43:00.001+02:002012-08-04T18:16:22.525+02:00La ColmaIeri un'altra classica salita degli stradisti brianzoli: <a href="http://connect.garmin.com/activity/206146399">la Colma del Piano del Tivano salendo da Canzo</a>. La Colma è veramente un incrocio speciale: salendo con la BdC si scollina<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTUiSMh5jqQACAOUXMCds4NEwKe_WCVqd9f1iKqW170d4jeYcvTW7k1-RoROiBEEszjOu5b3dT1R6ZUIzhYJJBTRudrt8GRclOgZqlOr1SRapeTOhSy0z2d2Jn616GlnHL3AvMbOipulpa/s1600/P1000631.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="219" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTUiSMh5jqQACAOUXMCds4NEwKe_WCVqd9f1iKqW170d4jeYcvTW7k1-RoROiBEEszjOu5b3dT1R6ZUIzhYJJBTRudrt8GRclOgZqlOr1SRapeTOhSy0z2d2Jn616GlnHL3AvMbOipulpa/s320/P1000631.jpg" width="320" /></a></div>
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e si scende verso Nesso (i più tosti se ne andranno verso Bellagio per poi tornare dalle parti di Erba passando per il Ghisallo); con la MTB è più o meno a meta strada nella dorsale del triangolo lariano,<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9DqDmyCtoSddaRfG3-fO0JCTl-w9xhssJzgiyJqyGg_gh0IVCGvZkvLlXrXy1lJdKH5U3hvsH33sfKqodBCpNocdoIqfGdyXoog__FpSgCgX2lIFSA3gJ98A4Ovh7K4AWD4Or2KJ_v3Nr/s1600/P1000633.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="186" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9DqDmyCtoSddaRfG3-fO0JCTl-w9xhssJzgiyJqyGg_gh0IVCGvZkvLlXrXy1lJdKH5U3hvsH33sfKqodBCpNocdoIqfGdyXoog__FpSgCgX2lIFSA3gJ98A4Ovh7K4AWD4Or2KJ_v3Nr/s320/P1000633.jpg" width="320" /></a></div>
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ancora una salita fino all'Alpe della Terra Biotta e poi solo discesa fino a Bellagio; in più è anche il punto di arrivo del tremendo Muro di Sormano, scegliete voi se farlo con la BdC o la MTB.<br />
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<br />1gekohttp://www.blogger.com/profile/06994753524126784499noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-324682230122777745.post-70347107236454690182012-08-01T20:31:00.002+02:002012-08-01T20:34:01.514+02:00Ghisallo...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhThWQ0whzeeoiQwfwpQcyxu8fzmDdPyOiO2Q5CeYqkgqb53AmeKM6J0VOmEVwERMQFMq5XRoMGIy3SZoemPzubTWYevoINXpMYtRIWrLwYueVzI4FM0JOiRvU75zZa8kVhCOLJ_OpMTcUR/s1600/P1000623.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhThWQ0whzeeoiQwfwpQcyxu8fzmDdPyOiO2Q5CeYqkgqb53AmeKM6J0VOmEVwERMQFMq5XRoMGIy3SZoemPzubTWYevoINXpMYtRIWrLwYueVzI4FM0JOiRvU75zZa8kVhCOLJ_OpMTcUR/s320/P1000623.jpg" width="240" /></a></div>
... quello duro, salendo da Bellagio. Parcheggio a Onno e mi dirigo verso Bellagio. Un po' di lago e una dolce ascesa verso il promontorio di Bellagio. Si cambia direzione da nord a sud e la salita si fa ripida, arrivo ai primi tornanti dove avevo rinunciato trent'anni fa, oggi invece ce la faccio, bici più leggera e rapporto veramente corto, 34/30, mi aiutano a superare l'handicap dell'età. Dopo un po', incomincio a intravedere la sommità della alture, l'altimetro mi conforta, arrivo a Civenna perdendo un po' quota. Si riprende a salire, arrivo ai tornanti finali che mi fanno capire che sono quasi arrivato, ancora un rettilineo e ci sono, ce l'ho fatta !<br />
<br />1gekohttp://www.blogger.com/profile/06994753524126784499noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-324682230122777745.post-60595208130093863352012-07-30T09:03:00.000+02:002012-07-30T09:15:54.401+02:00Little Albert and the fat tyres"Non ho ancora pensato alla gita di domenica" diceva il Pres giovedì sera. Ma poi il volto si illumina e spara " Una Mega del Pescone con la Pugsley !" Un po' di post sul forum e ecco la proposta del Freak: Little Albert, <a href="http://connect.garmin.com/activity/204614281">un percorso piuttosto ostico</a> che parte dalla capanna Cai e scende ai Tre Alberi passando per una zona di dune sabbiose. "Il Cai di Omegna ci ha lavorato un sacco, hanno tolto tutto, l'hanno spianato, in pratica si mettono i piedi a terra solo in un paio di punti, giusto per non rischiare di rovinare il cambio". E così ci ritroviamo al piazzale della funivia a Stresa domenica mattina presto, un bel gruppo di undici bikers, Alberto, Alice e due loro amici absolute beginners in MTB (affronteranno questo percorso con le bici a noleggio), la bavarese Connie con la sua bellissima Bandit e il resto della banda costituito da uomini di mezza età.<br />
Funivia, un po' di salita e siamo all'inizio della discesa: la giornata è bellissima, panorami quasi svizzeri.<br />
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Il Pres ne approfitta per mostrarci che la Pugsley, con le sue gommone, sta addirittura in piedi da sola !</div>
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Ripartiamo e notiamo con sollievo che il Frak avevo detto il vero: in effetti il primo tratto è stato lavorato, era caratterizzato da un sentiero con molti sassi che rendevano la guida difficoltosa: i sassi sono spariti, il sentiero si è trasformato in una traccia larga un metro scavata con qualche aggeggio meccanico. Dopo una foratura del Freak raggiungiamo la zona della dune, molto fotogenica.<br />
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Superate le dune si procede su un sentiero ripido e aspro, migliorato rispetto a qualche anno fa ma che ci costringe per prudenza a percorrere parecchi tratti a piedi per non incorrere in stupidi capitomboli: i sassi sono duri, forse avendolo percorso più volte si potrebbero ridurre al minimo i tratti a piedi.<br />
Arriviamo ai Tre Alberi, il Freak si esibisce a scopo fotografico con la Pugsley ma è troppo veloce ne esce una fotografia "impressionistica"!<br />
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Da qui in avanti le difficoltà diminuiscono sensibilmente, si entra nel bosco e ci si può divertire senza eccessive preoccupazioni. Dopo una sosta per andare a vedere a una cascata</div>
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in breve raggiungiamo l'asfalto: ancora una foratura del Freak e siamo sulle rive del lago d'Orta. Perdiamo di vista il grosso del gruppo e formiamo un gruppetto, Connie, il Freak ed io, che come i velocisti al Tour de France, raggiunge tranquillamente Stresa entro il tempo massimo, in questo caso, per andare a mangiare con gli altri all'Idrovolante.1gekohttp://www.blogger.com/profile/06994753524126784499noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-324682230122777745.post-35935537100658739262012-07-23T19:33:00.001+02:002012-07-23T19:48:18.313+02:00Epic ride!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiR5_tJ-kYJjjgrY5Mxk3mWuN1DJ4DIcKOSm2Ux_MgEaoNwSelw6J_Z82OBVOBS1swdUZPV5dTwkGIjB9KHiCiafZK9EnvjiRS-bVChhBd6gjZqkdTYbkblsY57Xl10H7dg1mPR60yTcNj-/s1600/P1000599.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="222" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiR5_tJ-kYJjjgrY5Mxk3mWuN1DJ4DIcKOSm2Ux_MgEaoNwSelw6J_Z82OBVOBS1swdUZPV5dTwkGIjB9KHiCiafZK9EnvjiRS-bVChhBd6gjZqkdTYbkblsY57Xl10H7dg1mPR60yTcNj-/s320/P1000599.jpg" width="320" /></a></div>
Finalmente una epic ride! L'epicità inizia dall'orario della sveglia: le cinque del mattino, l'appuntamento è alle sette in viale Certosa. Tra colazione, abluzioni e scelte dell'ultimo minuto sul vestiario, provvidenziali come vedremo più avanti alle sei e mezza sono seduto in auto. Alle sette raggiungo viale Certosa e riesco a lasciare giù la macchina al parcheggio del Burger King: l'Evolve viene caricata sul furgone del Pres e il sottoscritto sulla Citroen di Diego. Tra chiacchiere varie di argomento prevalentemente ciclistico, il tempo vola e siamo già a Chiavenna dove ci aspetta Sabrina; ci inerpichiamo in val Bregaglia, passiamo il confine, affrontiamo i tornanti del Maloia e finalmente sbuchiamo sull'altopiano di Saint Moritz, tra panorami sempre più belli: dopo un po' che non la si visita l'Engadina fa un gran bel effetto. Al parcheggio di Celerina, ci prepariamo alla partenza: un gruppo salirà i 1200 m in bici, altri tra cui il sottoscritto sfrutteranno la cremagliera da St.Moritz per risparmiare mille metri di pedalata. Non fa caldo, e mi copro abbastanza, quattro strati con ancora una maglia e un giacchino antivento nel zaino; scelgo i guanti invernali e mi porto pure un cappellino da ciclista e un passamontagna: nuvole minacciose sembrano impigliate nelle montagne che sono la nostra meta. Partiamo e, sorpresa, si deve risalire da Celerina fino St. Moritz: mi sembra di essere troppo coperto e ho decisamente caldo. Comprati i biglietti ci sistemiamo sul trenino a cremagliera, una breve attesa e si parte. Dopo avere cambiato treno a metà percorso in pochi minuti siamo alla stazione di arrivo. Panorama fantastico quasi irreale nella sua bellezza. Si parte spingendo la bici su ripide rampe e incominciamo a essere sferzati a tratti da raffiche di vento che trasportano goccioline di pioggia ghiacciata: in fondo non ero troppo coperto. Comunque in questa fase di ascesa ogni tanto fa capolino il sole. Inizia il tratto a mezza costa che ci porterà al <a href="http://connect.garmin.com/activity/202326931">passo Suvretta</a>: la pioggia ghiacciata ci colpisce ma non ci bagna. Arrivati al passo ci fermiamo, questo è il punto di ritrovo con i pedalatori. Non fa caldo, mi metto la maglia a maniche lunghe e collo alto, l'antivento e il passamontagna. Il Pres sfida impavido i rigori del clima montano, ma dopo un po' il Prof suggerisce di scendere di quota per trovare una sosta più riparata dal vento e magari al sole. Inizia una bellissima discesa, mai stressante, mai troppo ripida, mai troppo tecnica ma comunque abbastanza difficile per non essere banale. Le marmotte fischiano, una altra sosta presso un ponticello: qui incontriamo un gruppetto di tre ragazze ognuna in sella alla sua BMC, svizzere su bici svizzera, che percorrono senza affanno il nostro itinerario in salita. Ancora un po' single track con tornantini bellissimi e raggiungiamo al fondo della valle. Qui parte una rapida stradina bianca e inizia anche a piovere a dirotto: nonostante ciò mi diverto come un pazzo a seguire i miei compagni di gita senza rimanere indietro come mio solito: si viaggia intorno ai trenta all'ora con il 44 innestato. Ben presto siamo fradici e coperti di sabbia umida, raggiungiamo l'asfalto e in breve siamo di nuovo al parcheggio. Non ci resta che aspettare il secondo gruppo: dopo una mezz'oretta arrivano stravolti e assiderati: si sono presi la pioggia per un tratto assai più lungo ma comunque sembrano contenti. Da bravi italiani creiamo una bella confusione di biciclette, zaini, panni bagnati.<br />
Sul ritorno a Milano stendo un velo pietoso; lunghe code ci hanno afflitto a Colico, Lecco, Monza: infinita riconoscenza a Diego che mi ha portato avanti e indietro da Milano a St.Moritz.<br />
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<br />1gekohttp://www.blogger.com/profile/06994753524126784499noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-324682230122777745.post-49651709296275881842012-07-20T19:09:00.000+02:002012-07-20T19:09:06.610+02:00alfa e omega<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhM9ZrHXYhCD-cUrEHWk70q5XBitTEsUuLbUMcQyL8avMqjz143PmNh8i3Ww9HS6l6XiaFci7GiBu7EwMgcWWvOcM3Jalb9rw-NAuCrB_Rdyg6bx56aItVRzGkpa695TFf2JFhWJfIaiQ6I/s1600/P1000594.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhM9ZrHXYhCD-cUrEHWk70q5XBitTEsUuLbUMcQyL8avMqjz143PmNh8i3Ww9HS6l6XiaFci7GiBu7EwMgcWWvOcM3Jalb9rw-NAuCrB_Rdyg6bx56aItVRzGkpa695TFf2JFhWJfIaiQ6I/s320/P1000594.jpg" width="320" /></a></div>
Stessa maglia, stessa bici e anche gli occhiali sono uguali ma uno è arrivato primo in 45 minuti, l'altro, ultimo nel doppio del tempo , un'ora e mezza. Quando ? Ieri, alla cronoscalata Rovenna-Bisbino organizzata dal gruppo Prima Traccia.1gekohttp://www.blogger.com/profile/06994753524126784499noreply@blogger.com0