lunedì 11 aprile 2011

Un giro da Dos Niner


"Ma questo è un giro da Dos Niner !" esclamò il Pres dopo aver spinto lungamente la sua Evolve in salita nei profondi solchi lasciati delle moto da enduro, dalle parti di Campsirago durante il tour del San Genesio di qualche settimana fa. "Ma adesso c'é una discesa dove la full ci farà comodo" risposi io. Il Pres tutto sommato non aveva torto, me ne sono reso conto ieri quando per un fortunato caso mi sono ritrovato a percorrere la temibile discesa appunto con la Dos Niner. Per i meno addentro alle mode ciclistiche, la Dos Niner è una bici con ruote da 29" di tipo soft tail, una via di mezzo tra front e full, cioè con un carro posteriore privo di snodi, collegato al triangolo principale da un minuscolo ammortizzatore con escursione da un pollice, là dove in una front ci sarebbe una saldatura. Comunque è praticamente una front, un po' ingentilita. Ma torniamo a ieri. Decido per una tranquilla ascesa al San Genesio, per cercare di recuperare una forma fisica accettabile per affrontare gli epici tour Pro-m e nella speranza che il notevole sforzo provochi anche una magica diminuzione della pancia. In salita quel paio di chili in meno si fa piacevolmente apprezzare. A Paù un diavolo giallo in BdC mi saluta, è PiGi della stazione delle biciclette. Lo ritrovo più in alto al lavatoio di Cagliano, classica sosta dopo il terribile muro, la sua Zullo Inqubo in acciaio è pesantissima, dice lui, ben sette chili. PiGi riprende la strada di casa, vuole incamerare almeno mille e cinquecento metri di dislivello e io invece mi incammino verso l'eremo di San Genesio. Qui, caramba che sorpresa, trovo Roberto con la sua Evolve e Marco con una Lapierre piuttosto tosta, monta una Fox 36 per intenderci. Mi convincono ad accompagnarli lungo la classica discesa 1-3-2 del Sange. Tra me e me mi dico che fino a Campsirago non ci saranno problemi, poi vedremo. Arriviamo agevolmente all'area picnic, qui inizia la parte più divertente. Qualche pezzo a piedi in più, nei pezzi più ricchi di rocce e radici e un tratto in lieve discesa dove la bici sembra un toro da rodeo, l'unico punto dove la full avrebbe fatto la differenza. Saltiamo la gradinata finale con deviazione alla cappelletta che ci porta alla fine della discesa del Casiraghi e con piacevole pedalata (ben diversa dall'agonia di qualche settimana fa con le forze al lumicino e i crampi incipienti) torniamo al Barba Sport dove avevamo lasciato le auto. Caro Pres, avevi ragione ! Era proprio un giro da Dos Niner.

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