lunedì 23 luglio 2012

Epic ride!

Finalmente una epic ride! L'epicità inizia dall'orario della sveglia: le cinque del mattino, l'appuntamento è alle sette in viale Certosa. Tra colazione, abluzioni e scelte dell'ultimo minuto sul vestiario, provvidenziali come vedremo più avanti alle sei e mezza sono seduto in auto. Alle sette raggiungo viale Certosa e riesco a lasciare giù la macchina al parcheggio del Burger King: l'Evolve viene caricata sul furgone del Pres e il sottoscritto sulla Citroen di Diego. Tra chiacchiere varie di argomento prevalentemente ciclistico, il tempo vola e siamo già a Chiavenna dove ci aspetta Sabrina; ci inerpichiamo in val Bregaglia, passiamo il confine, affrontiamo i tornanti del Maloia e finalmente sbuchiamo sull'altopiano di Saint Moritz, tra panorami sempre più belli: dopo un po' che non la si visita l'Engadina fa un gran bel effetto. Al parcheggio di Celerina, ci prepariamo alla partenza: un gruppo salirà i 1200 m in bici, altri tra cui il sottoscritto sfrutteranno la cremagliera da St.Moritz  per risparmiare mille metri di pedalata. Non fa caldo, e mi copro abbastanza, quattro strati con ancora una maglia e un giacchino antivento nel zaino; scelgo i guanti invernali e mi porto pure un cappellino da ciclista e un passamontagna: nuvole minacciose sembrano impigliate nelle montagne che sono la nostra meta. Partiamo e, sorpresa, si deve risalire da Celerina fino St. Moritz: mi sembra di essere troppo coperto e ho decisamente caldo. Comprati i biglietti ci sistemiamo sul trenino a cremagliera, una breve attesa e si parte. Dopo avere cambiato treno a metà percorso in pochi minuti siamo alla stazione di arrivo. Panorama fantastico quasi irreale nella sua bellezza. Si parte spingendo la bici su ripide rampe e incominciamo a essere sferzati a tratti da raffiche di vento che trasportano goccioline di pioggia ghiacciata: in fondo non ero troppo coperto. Comunque in questa fase di ascesa ogni tanto fa capolino il sole. Inizia il tratto a mezza costa che ci porterà al passo Suvretta: la pioggia ghiacciata ci colpisce ma non ci bagna. Arrivati al passo ci fermiamo, questo è il punto di ritrovo con i pedalatori. Non fa caldo, mi metto la maglia a maniche lunghe e collo alto, l'antivento e il passamontagna. Il Pres sfida impavido i rigori del clima montano, ma dopo un po' il Prof suggerisce di scendere di quota per trovare una sosta più riparata dal vento e magari al sole. Inizia una bellissima discesa, mai stressante, mai troppo ripida, mai troppo tecnica ma comunque abbastanza difficile per non essere banale. Le marmotte fischiano, una altra sosta presso un ponticello: qui incontriamo un gruppetto di tre ragazze ognuna in sella alla sua BMC, svizzere su bici svizzera, che percorrono senza affanno il nostro itinerario in salita. Ancora un po' single track con tornantini bellissimi e raggiungiamo al fondo della valle. Qui parte una rapida stradina bianca e inizia anche a piovere a dirotto: nonostante ciò mi diverto come un pazzo a seguire i miei compagni di gita senza rimanere indietro come mio solito: si viaggia intorno ai trenta all'ora con il 44 innestato. Ben presto siamo fradici e coperti di sabbia umida, raggiungiamo l'asfalto e in breve siamo di nuovo al parcheggio. Non ci resta che aspettare il secondo gruppo: dopo una mezz'oretta arrivano stravolti e assiderati: si sono presi la pioggia per un tratto assai più lungo ma comunque sembrano contenti. Da bravi italiani creiamo una bella confusione di biciclette, zaini, panni bagnati.
Sul ritorno a Milano stendo un velo pietoso; lunghe code ci hanno afflitto a Colico, Lecco, Monza: infinita riconoscenza a Diego che mi ha portato avanti e indietro da Milano a St.Moritz.


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