
... sia la sede di un misterioso culto ciclistico.
avventure in mountain bike
Ieri un breve percorso tra San Giuliano e Melegnano. Un quadrilatero, due lati su strette stradine asfaltate, attraverso borghi sonnolenti come Bustighera e Lanzano, sprofondati tra i campi di granoturco; il lato meridionale su ciclabile, il rettilineo che unisce Mulazzano a Melegnano, buono per testare la propria velocità massima inseguendo gli stradisti; un lato sterrato, il sentiero dei Giganti che unisce Melegnano a San Giuliano, passando non lontano dal Lambro, un tratturo erborso che parte da Rocca Brivio, a tratti una piccola giungla in cui farsi largo con la vegetazione all'altezza del manubrio. Un giro, conosciuto a memoria, che in una giornata di tempo bellissimo e ventilato (ieri si vedevano le Alpi, il Monte Rosa, La Grigna , Il Resegone, ma anche gli Appennini, visione rarissima da queste parti), si trasforma magicamente in una passeggiata molto piacevole.




Non è certo il gran diagonalone Lisbona-Mosca, teatro delle epiche imprese del grande Pozzi, quello sul quale ho testato la Fargo come city-bike: più semplicemente ho attraversato Milano da Sud-Est a Nord-Ovest, da piazzale Corvetto a via Gallarate (nuova sede di Pro-m) passando per piazza del Duomo. Al ritorno piccola deviazione in zona Fiera da Ciclistica.
Le ho percorse di giorno e di notte, d'estate e d'inverno, con full, front, singlespeed e ciclocross, da solo e in compagnia: sono le stradine sterrate che da Montorfano si diramano verso sud nella brughiera orsenighese. Domenica è stata la volta di percorrerle con una rigida, per di più munita di portapacchi e borse. Finalmente ho potuto guidare la Fargo in salita e in discesa sia su asfalto che su sterrato, ho anche innestato il rapporto più corto 28/36 sulla salita che porta all'incrocio del Grillo. Fuoristrada: le borse non danno fastidio, se non per qualche rumore in più; in salita, pur con le gomme decisamente più strette, mi pareva di essere sulle mie solite MTB, nessun problema di trazione; in piano, su terreno smosso, ho proceduto con cautela a velocità più bassa del solito; in discesa con sassi e radici, tutto bene, anche qui più adagio che con la MTB. Su questo tipo di fuoristrada, poco impegnativo ma non semplice strada bianca in macadam, la forcella rigida non mi ha creato difficoltà, naturalmente procedevo con una certa circospezione; d'altronde in questo tipo di fuoristrada il terreno è accidentato ma gli ostacoli sono in un certo senso arrotondati, è difficile beccare le botte secche agli avambracci di un tombino affrontato a velocità sostenuta viaggiando su asfalto.