venerdì 10 agosto 2012

La valle che non c'è

Ieri alle Betulle il Pres mi ha portato a vedere la valle che non c'è. Si tratta di una ripida discesa che collega la sterrata che sale nel bosco dall'Alpe Palio alla sterrata della Val Marcia. Dopo una buona pizza alle Betulle, guest star Pippo, l'asino apparso l'altro ieri su Facebook, inforchiamo le nostre bici,

la mia vecchia Evolve e la bici del momento, la Transition Bandit del Pres e rapidamente scendiamo all'Alpe Palio. Qui sulla destra imbocchiamo una ripida pista cementata che si trasforma in una leggermente meno ripida sterrata, 9-10% che facendoci sbuffare e sudare ci conduce all'inizio della discesa della Valle che non c'è: prima affrontiamo un tratto nel bosco poi sbuchiamo all'aperto, di fronte a noi una traccia dritta nel prato, la pendenza di questo tratto è notevole, 25%. Ne percorro il primo tratto a piedi, mi fa una certa impressione, mentre il Pres se la fa tutta in bici; a un certo punto mi pare che la pendenza diminuisca, in sella arrivo in fondo al pratone e immortalo il Pres nella valle che solo lui conosce.

Risaliamo leggermente verso alcuni ruderi e fanno la loro comparsa i rovi e le ortiche che ci accompagneranno fino al fondo valle. Urticati e graffiati raggiungiamo la sterrata che percorre il fondo della Val Marcia, scambiamo una serie di considerazioni politico-filosofiche con alcuni abitanti del luogo sulla scarsa manutenzione dei sentieri e degli alpeggi, sul proliferare della strade agropastorali e sulla loro cementificazione. Ripartiamo sulla sterrata sassosa, raggiungiamo l'asfalto e da qui in pochi minuti raggiungiamo il piazzale della funivia di Margno. Un paio di bibite, il Pres risale in funivia alle Betulle, io carico la bici in macchina e mi dirigo verso Bellano per andare a trovare mio papà.  La superstrada 36 dopo Bellano era stata chiusa in mattinata a causa di un camion che aveva perduto il carico. Ciò ha creato un caos inimmaginabile: già scendere i due km dall'ingresso della SS36 a Bellano ha richiesto molto più tempo del solito a causa dei rallentamenti provocati dagli incroci tra TIR nei tornanti. Terminata la visita al babbo, decido di evitare la superstrada e seguire la panoramica lungo il lago: l'ho percorsa a bassa velocità a causa dei conducenti e dei passeggeri delle auto e dei camion fermi sulla corsia opposta che, usciti dai loro veicoli, stazionavano sulla strada. Una pressoché ininterrotta fila di mezzi sulla corsia opposta mi ha accompagnato fino all'uscita dalla galleria del Monte Barro: poveracci quelli che ci si sono trovati in mezzo!.

1 commento:

  1. Il Presi, anche se si ostina a trattenere il respiro ogniqualvolta ci fanno una foto, non può più oramai nascondere che tiene un pò di panza.....

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