lunedì 31 ottobre 2011

Friends


Finalmente un'uscita in compagnia dei vecchi amici, complice il fatto che il percorso della gita Milano-Como per sentieri passa vicino a casa di mia zia. Piazzato il padre presso la suddetta zia, ho seguito la traccia della Mi-Co al contrario e dopo una decina di chilometri, percorsi con il timore che dato il groviglio di sentieri non ci incrociassimo, finalmente nei pressi della cascina Varenna vedo spuntare una sagoma familiare: è Turbo. Nel giro di un minuto arrivano anche gli altri: Vitto, il Pres, il Gatto, il Freak, Cipolla, Fabio. Vengo immortalato nella classica del posa del geko che appare tra gli alberi e girata la bici, ripercorro in compagnia il tratto appena percorso: benché i ragazzi abbiano sulle spalle già almeno quaranta chilometri e il Gatto addirittura novanta essendo andato in bici all'appuntamento a viale Certosa, l'andatura è svelta, faccio fatica a stargli dietro, fortunatamente il Cipolla è un po' cotto e ogni tanto ci fermiamo ad aspettarlo. Così cotto che nei pressi del Grillo dove noi ci infiliamo in un cortile per raggiungere il bar dove faremo uno spuntino, è ormai mezzogiorno, tira dritto. Vane le ricerche, non risponde alle nostre chiamate e dopo una mezz'oretta ci telefona lui: è già oltre Montorfano e già che c'è prosegue verso Como e il kebabbaro. Dopo un'ora tonda di sosta e essendoci rimpinzati con gigantesche focacce, ripartiamo in direzione Como. Un po' di salita nei boschi e poi una ripida discesa su Albate: non sono più abituato a queste tipo di discese e cado come un salame da fermo, pensare che qualche anno fa l'avevo percorsa durante una notturna organizzata dal Gatto. A Albate la compagnia si scioglie: io e il Gatto torniamo verso Montorfano, gli altri proseguono alla volta di Como, dove prenderanno il treno che li riporterà a Milano. Dopo una ulteriore mezz'ora di fatica tra mille saliscendi seguendo il Gatto che spinge un rapporto durissimo sulla sua single speed, finalmente mi abbatto sudatissimo e felice sul divano della zia.

lunedì 24 ottobre 2011

Efficienza


Prosegue l'esperimento della bici da corsa: percorrendo le stradine dei dintorni a velocità inusitate mi sono reso conto di quanto inefficienti siano le gomme grosse e tassellate su asfalto.

lunedì 10 ottobre 2011

BdC

Era una decina d'anni che non guidavo una bici da corsa: la mia Stelbel in acciaio che già allora era piuttosto vecchia, aveva ancora il cambio a levette sul tubo inclinato. Ieri ho potuto provare una bici da corsa contemporanea con cambio Campagnolo a 11 velocità, telaio in acciaio di un noto telaista veneto (ho sentito con le mie orecchie gli appassionati rivolgersi a lui con l'appellativo di "Maestro"). Girando ieri intorno a Montevecchia, dopo tanti anni di MTB, sono rimasto più di tutto sorpreso dalla facilità con cui si raggiungono e si mantengono velocità inusitate, anche su tratti in lieve salita. Nei pochi tratti di salita vera, dalle parti di Sirtori, ho mantenuto un andatura prudente, senza faticare più di tanto, un po' preoccupato dalla lunghezza del rapporto e infatti sono stato superato al doppio della velocità da altri stradisti. Prudenza anche nell'affrontare le discese, senza freni a disco, e le sconnessioni dell'asfalto, con quelle rotelline e senza forcella ammortizzata. Ad esempio non mi ero mai accorto passandoci in MTB che la strada dopo Perego fosse così sconnessa. Altre sensazioni: i tempi di percorrenza si accorciano, si è molto più parte del traffico dato che la differenza tra la velocità della bici e quella delle auto è minore. Ancora, i tratti su strada che in MTB di solito sono noiosi trasferimenti, in cui si procede magari pensando ai fatti propri e alla prossima sterrata o al ristorante che ci attende alla fine della gita, muovendoci quasi come pedoni sul ciglio della strada, in BdC, sono l'essenza di ciò che si sta facendo, si deve stare molto più concentrati, si va più forte e bisogna fare attenzione a dove si mettono le ruote.
Saranno probabilmente solo le impressioni di uno non abituato ma mi sembra che andare in BdC sia tutta un'altra faccenda !

giovedì 6 ottobre 2011

Gravel


Mi presento con la Fargo nel bagagliaio in viale Certosa all'appuntamento con il Pres, per un giro stradale, annunciato per BDC o touring. Dopo un po' compaiono i ragazzi, ma il giro è di quelli con pranzo fuori, il tour del Lago d'Orta e io mi ero già organizzato per pranzare a casa. Un po' triste li vedo andare via, salgo in auto e imbocco la Milano-Venezia. Che fare ? Un po' più avanti c'è Trezzo, parcheggio al Santuario di Concesa e parto in direzione Lecco. Una ciclabile veloce e pianeggiante lungo l'Adda: un po' di asfalto malmesso, ma soprattutto strada bianca con ghiaietta. si incontrano lungo il percorso tre centrali idroelettriche "old style", il naviglio di Leonardo (qui c'è un po' di salita, l'Adda ha scavato una specie di canyon ) e a Imbersargo si vede il traghetto attraversare il fiume. Qui piccola sosta e dietrofront ! Torno velocemente sui miei passi, favorito dalla lievissima discesa, ingaggio inseguimenti con vari biker (la vista della bici con le borse è come il drappo rosso sventolato davanti al toro, ci tengono, una volta che mi hanno superato, a distaccarmi il più in fretta possibile con ampie pedalate), in un tratto faccio lo slalom tra centinaia di pescatori e in breve sono di nuovo al santuario.