Il tracciato della Boschilonga è un vero labirinto: gli organizzatori riescono a ricavare in un'area piuttosto ristretta un percorso sorprendentemente lungo: quest'anno ha raggiunto i 34 km. Altra novità il duplice passaggio dalla cava (vedi foto), per un totale di quattro corte ma ripide salite. Altra caratteristica della Boschilonga 2011 è stata la polvere, la stessa che in caso di pioggia si trasforma in un perfido e faticoso fango. Vitto, il Gris e Lorenzo, evidentemente con ambizioni di classifica si sono piazzati in griglia, sotto il sole, ben mezz'ora prima del via, ma erano già verso il fondo. Un altro gruppetto, me incluso, guidato dal Pres si è invece piazzato a lato e all'ombra in attesa del via. Partiti in perfetto orario i più di cinquecento partecipanti si sono avventati come bisonti inferociti sul percorso, noi che eravamo in fondo abbiamo mangiato letteralmente un sacco di polvere ! Come al solito, perdo rapidamente di vista i miei soci, incontro un po' di Torrevilliani e procedo tranquillo. Dopo pochi chilometri la sorpresa del passaggio in cava, di solito era verso la fine della gara. Più avanti nel tratto più tortuoso, il solito ingorgo. E non poteva mancare la classica telefonata paterna che mi costringe a fermarmi nel momento del mio massimo impegno: voleva semplicemente confermarmi che il brunch era stato prenotato. Recupero posizioni ma il percorso conduce inequivocabilmente di nuovo dalle parti della cava: sono costretto a dar fondo alle ultime forze per percorrere senza scendere dalla bici le sue due salitelle. Poco dopo incontro i miei soci intenti a riparare una foratura, mi fermo e in batter d'occhio perdo decine di posizioni. Ripartiamo tranquillamente, il Pres procede in testa al nostro gruppetto ad andatura moderata, che stia risparmiando le forze per lo sprint finale? o per le discese che lo attendono nel pomeriggio al Tamaro? Chissà, in ogni caso mi aggiudico lo sprint con uno scatto da velocista negli ultimi cinquanta metri senza alcuna reazione da parte sua. Saluto gli amici, carico la bici in macchina e a meno di un'ora dal mio passaggio sotto il traguardo di Uboldo sono lavato, vestito civilmente e comodamente seduto al ristorante nella chiesetta sotto casa per il brunch domenicale con mio padre: transizione da animale meccanizzato a uomo civilizzato che, quando così rapida, non so perché mi lascia sempre leggermente sconcertato.