lunedì 16 luglio 2012

Onno

Dopo un piccolo prologo sabato, dalle parti di Bellano, ieri mi sono cimentato nell'anello del Ghisallino, cioè il Ghisallo da Canzo, la discesa verso Bellagio, il lungo lago fino a Onno, la risalita a Valbrona. Come sempre timoroso di scoppiare a metà strada mi avvio tranquillamente lungo le sponde del lago del Segrino dove avevo parcheggiato l'auto. Mi immetto sulla provinciale e inizia un fenomeno allarmante che mi accompagnerà per tutta la giornata: vengo superato in continuazione da ciclisti che vanno al doppio della mia velocità, alcuni un po' più lenti ma in MTB. Tra Canzo e Asso lavori stradali creano una coda di auto e incasinano la vita al ciclista. Inizia la salita, passo il bivio per Valbrona, la galleria, il bivio per la Colma: ci siamo, inizia la dolce ascesa verso Magreglio. A Barni entro nel paese per evitare il noioso drittone, un po' di acciottolato, poi alcuni ripidi tornanti mi riportano alla strada principale, alle porte di Magreglio. Il Ghisallo è fatto, sosta e foto di rito. Giù per il primo tratto di discesa fino a Civenna poi un po' di salitina e quindi la discesa finale con panorami spettacolari e ripidi tornanti. Dalle facce di quelli che salgono la pendenza sembra notevole, mi chiedo se ce la potrei fare e con che bici: di certo con la Dos Niner e la Fargo, con la BdC non saprei: in ogni caso strisciando come una lumaca. Alla fine del ripido prendo a destra e scendo al livello del lago, su una stretta strada incavata a tratti nella roccia scoscesa raggiungo Onno e le sue spiagge. Lunga sosta, mi rifocillo con gli "zuccheri" come dicono i telecronisti del Tour de France, mi concentro e parto per la salita verso Valbrona che percorro interamente a velocità di stallo: 6 km/h. Finalmente, dopo qualche chilometro, la strada spiana, a Valbrona sosta a una fontana, a pedale naturalmente. Giù in discesa verso il bivio dove a causa dei lavori sono costretto a risalire un po', passo di nuovo la galleria e prendo la deviazione a sinistra che mi immette nella stradetta in discesa a tornantini che porta nell'abitato di Asso, un po' di pavé e poi di nuovo lo stradone, passo allegramente Canzo e mi immetto finalmente sulla sponda all'ombra del lago del Segrino. Pedalando tranquillamente raggiungo l'auto.

1 commento: