Uscita in single speed nel parco del Ticino con partenza dal tranquillo borgo di Zelata: ieri era meglio evitare la Brianza, visto che c'era il GP a Monza. Con il 32/22 so già che più di tanto non potrò andare (da queste parti si va tranquillamente con il 32/16), ma non ho velleità agonistiche, voglio semplicemente ripercorrere gli sterrati che portano a Torre d'Isola, seguendo la traccia GPS registrata quest'inverno in compagnia del Pres e dei suoi pards.
In breve raggiungo il ponte di barche di Bereguardo, il fiume era molto basso metà delle barche era in secca, foto di rito, merendina e sono pronto a proseguire verso Torre d'Isola. Il primo tratto tortuoso mi porta al ponticello metallico dove mi rendo conto che il manubrio Salsa è veramente largo, più del ponticello, tocco con entrambe le manopole sulle ringhiere. Dall'altra parte del ponticello c'è un biker che mi chiede lumi sul percorso, dice che in una precedente uscita si era perso tra i campi senza raggiungere la meta, Torre d'Isola. Lo stupisco con il Garmin e la traccia del percorso, le ruote da 29" e "dulcis in fundo" la bici senza cambio. "Ma come fai in montagna ?" chiede. "Uso una bici con il cambio!" rispondo. Lo avverto che a causa del rapporto corto andrò abbastanza piano ma lui si accoda lo stesso. Un altro biker ci supera e gli stiamo dietro, a un certo punto mi accorgo che non siamo più sulla traccia; torniamo indietro per qualche decina di metri e imbocchiamo il sentiero giusto che ci porta a un piccolo guado. Io guado ma lui lo vedo perplesso di fronte a questa piccola difficoltà, decide di tornare indietro.
Proseguo in solitaria, rivedo il fiume, presso un area di sosta con tavoli e panchine (ma c'era quest'inverno?). Inizia una lieve salita, ieri asciutta e non pazzescamente fangosa come l'altra volta; dopo un ponticello di legno si trasforma nell'unica vera salita della giornata, percorsa in piedi sui pedali, che mi riporta dal livello del fiume a quello della campagna. Dopo un po' di rettilinei e curve a 90' gradi arrivo in vista di Torre d'Isola.
Il ritorno include tratti di asfalto tra silenziosi paesini e stradine sterrate tra i campi, percorse in modalità "criceto", cioè facendo girare vorticosamente i pedali per mantenere la spaventosa velocità di 20 km/h. Comunque dopo po' sbuco nei pressi del cimitero di Bereguardo e imbocco la ben nota stradina che mi riporta, sempre con gran mulinare di gambe, a Zelata.
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