Era una decina d'anni che non guidavo una bici da corsa: la mia Stelbel in acciaio che già allora era piuttosto vecchia, aveva ancora il cambio a levette sul tubo inclinato. Ieri ho potuto provare una bici da corsa contemporanea con cambio Campagnolo a 11 velocità, telaio in acciaio di un noto telaista veneto (ho sentito con le mie orecchie gli appassionati rivolgersi a lui con l'appellativo di "Maestro"). Girando ieri intorno a Montevecchia, dopo tanti anni di MTB, sono rimasto più di tutto sorpreso dalla facilità con cui si raggiungono e si mantengono velocità inusitate, anche su tratti in lieve salita. Nei pochi tratti di salita vera, dalle parti di Sirtori, ho mantenuto un andatura prudente, senza faticare più di tanto, un po' preoccupato dalla lunghezza del rapporto e infatti sono stato superato al doppio della velocità da altri stradisti. Prudenza anche nell'affrontare le discese, senza freni a disco, e le sconnessioni dell'asfalto, con quelle rotelline e senza forcella ammortizzata. Ad esempio non mi ero mai accorto passandoci in MTB che la strada dopo Perego fosse così sconnessa. Altre sensazioni: i tempi di percorrenza si accorciano, si è molto più parte del traffico dato che la differenza tra la velocità della bici e quella delle auto è minore. Ancora, i tratti su strada che in MTB di solito sono noiosi trasferimenti, in cui si procede magari pensando ai fatti propri e alla prossima sterrata o al ristorante che ci attende alla fine della gita, muovendoci quasi come pedoni sul ciglio della strada, in BdC, sono l'essenza di ciò che si sta facendo, si deve stare molto più concentrati, si va più forte e bisogna fare attenzione a dove si mettono le ruote.
Saranno probabilmente solo le impressioni di uno non abituato ma mi sembra che andare in BdC sia tutta un'altra faccenda !
Nessun commento:
Posta un commento